Classe - n. 7 - luglio 1973

fissazione degli obiettivi del profitto aziendale. E questo non soltanto per quelle industrie che producono beni di consumo - nelle quali spesso i problemi di marketing sovrastano nettamente quelli dell'organizzazione della produzione, e in cui, comunque, questa dipende da quelli - , ma anche nella parte più dinamica delle industrie che producono i nuovi beni di investimento (come i calcolatori , le macchine utensili, il materiale da ufficio ecc.). Quest'ultimo è quindi un aspetto assolutamente nuovo e determinante nella descrizione del modello di funzionamento del più moderno capitalismo. È noto che Marx, nella sua famosa Introduzio ne inedita alla Critica dell'economia politica 6 rilevasse come « la produzione crea il consumatore », il modo cioè di consumare le merci: la Produzione capitalistica (l'insieme stru tturato cioè di produzione, distribuzione, consumo, scambio) è considerata come una totalità organizzata all'interno della quale il momento della produzione determina in ultima istanza la forma ed il livello di tutti gli altri. Oggi in questa totalità organica sembra che la funzione di determinante in ultima istanza debba essere attribuita al consumo, e più precisamente al consumo di massa, perché all'interno della sfera più propriamente produttiva sono state le industrie produttrici di beni di consumo che hanno di fatto determinato, attraverso il loro straordinario sviluppo, lo sviluppo dell'intera economia capitalistica. Ovviamente consumo di massa implica un ben determinato tipo di rapporti fra le classi e, conseguentemente, di distribuzione del reddito. Abbiamo visto come la vecchia politica di compressione dei salari reali nel settore industriale provocasse una costante sottoutilizzazione della capacità produttiva (con la susseguente manifestazione delle crisi di riproduzione come crisi di sovrapproduzione) e una situazione di disoccupazione di massa. La difesa del saggio di profitto, stante la limitatezza della massa del profitto, poneva in antagonismo l'esigenza del progresso tecnologico con quella dell'aumento, e spesso anche della stabilità dei salari operai. Agli inizi dell'industrializzazione nella gran parte dei paesi capitalisti vi era stata, nettissima, la spint a verso la riduzione del salario reale: ai pochi periodi di espansione di questo seguivano immediatamente lunghi periodi depressivi che vanificavano le raggiunte conquiste salariali. Al contrario nel dopoguerra i salari reali in tutti i paesi imperialisti mostrano uno spiccato trend ascendente, per le ragioni più sopra individuate. Il principio dell'aumento del potere di acquisto dei Bibliof eca Gino Bianco

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