Vi saluta la Chiesa che è in Babilonia - n. 5 - giugno 1977
bibli che la comunicazione, ha perso tutto. Questa mi sembra già una formula ecclesiale. ANNA LEONARDI: L'ultimo li– bro su Fatima mi ha fatto fare una riflessione: la Madonna, siamo nel 1917 ha indicato a questi bambini ' piccolissimi un tipo di azione che lo- ro potevano compiere e che poteva essere importante per tutto il mondo. Ora nella nostra Società si ripetono ' . i discorsi sulla profezia, sulla Socie- tà pensante sull'annuncio e c'è sem– pre stata un po' di polemica sul cosa fare. Ma l'opera non è mai venuta fuori. Allora ho avuto questa idea: la Madonna aveva fatto una propo– sta, che questi bambini hanno capito ed afferrato. Questa proposta potreb– be essere ancora accolta nel nostro tempo. La Madonna aveva chiesto un'azione di sacrificio, cioè l'offerta di privazioni concrete, che, nel loro mondo infantile, si sono specificate poi nella rinuncia a una bevanda gradita oppure alla merenda. Ma in queste piccole scelte c'era tutta la loro vita. Essi obbedivano all'angelo che aveva detto di accettare volen– tieri tutto perché i peccatori si con– vertissero. Giacinta ebbe un'intuizio– ne profondissima del carattere pub– blico e comunitario di questa offerta per la salvezza del mondo. Quest'ul– timo aspetto è da recuperare. Non è sufficiente per me parlare di Società pensante e profezia collettiva, perché nel modello di Cristo, oltre la parola, c'è la morte, e tutta la vita immola– ta. L'azione più forte che noi possia– mo fare quando c'è una tragedia o ' . gente che si rovina andando verso 11 nulla, è quella di offrire la vita, an– che nelle piccole cose. GIANNI BAGET: Trovo giusto questo aspetto perché il tema è pro– prio specifico del popolo di Dio, la corredenzione. Fatima ha, come tutte le grandi apparizioni imiriane, una 24 ginobianco dottrina; come l'apparizione di La Salette del secolo scorso, Fatima in– dica la partecipazione della Madon– na alla corredenzione (che è poi ciò che viene definito da Paolo VI col termine di Madre della Chiesa). La Madonna è proprio il nostro imme– diato modello anche nella partecipa– zione alla Passione del Signore. Que– sto è anche un modello della Chiesa, e quindi proprio la causalità univer– sale del cristiano è legata esattamen– te a quello che tu dici. Devo dire tut– tavia che e questo appare anche in ' Fatima secondo il Vangelo, tutta la ' vita deve poi essere vissuta ecclesial- mente. Qui vale il discorso sui vari livelli di salvezza. Il tema della com– passio vale per il livello della corre– denzione cioè partecipano tanto più ' alla corredenzione quelle sofferenze che sono veramente legate alla diffu– sione universale della salvezza, al modo di Cristo. Non tutto ciò che è dolore ha la medesima potenza di corredenzione, così come non tutte le vie della salvezza hanno il medesi– mo li vello così come non tutti in Pa- ' radiso hanno la medesima gloria. L'ordine fondamentale della storia rimane nella diversità. Non a caso ciò viene espresso nei tre veggenti, uno dei quali, Lucia, ha in sorte la parola, e gli altri sono come associati a questo compito. Il bello è poi che Lucia par la di loro nei documenti. Questo dimostra che l'annuncio e la passione per l'annuncio sono collega– ti come anche in Gesù il legame tra la predicazione evangelica e la pas– ~ione. CLAUDIO LEONARDI: Quindi quando si dice Società pensante, pro– fezia collettiva, mi pare che si espri– mano le due cm,e. GIANNI BAGET: Non esprimono completamente quello che Anna di– ce ma una contiene l'altra: il dolore ' è proprio di ogni uomo; come l'uomo
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