Vi saluta la Chiesa che è in Babilonia - n. 5 - giugno 1977

storici vuol dire elaborare dei giudi– zi in modo specifico e preciso, e que– sto è un compito non solo della ge– rarchia ma di tutto il popolo di Dio; la storia viene così assunta come di– mensione cli tutto il popolo. Il racco– glimento profondo intorno all'opera del Signore diventa il titolo per dei giudizi e magari anche per degli atti che non sono politici ma profetici. Ciò significa che non sono giudizi emessi a titolo di rappresentanza di una parte sociale o culturale, ma so– no il segno della più grande corre– sponsabilità del cristiano. Essa si de– termina sia nel momento sacramen– tale sia appunto nel momento del giudizio storico. Oggi la comunità ecclesiale è pra– ticamente passiva, attestata su dati culturali; noi desideriamo arri van: ad una comunità che assuma come carico proprio l'evangelizzazione e con essa il giudizio storico. ODDO BUCCI: Credo andrebbe approfondito cosa si intende per giu– dizio storico, proprio perché si dice che il ruolo profetico co·mporta il giudizio storico. In che modo esso fruttifica ai fini della Chiesa, ai fini cioè della conversione? GIANNI BAGET: San Tommaso dice, come sai, che la prof ezia è ne– cessaria per la guida degli uomini e questa è la base per la risposta. Il giudizio pcr:-ofetico, cioè il giudizio storico determina prudenzialmente quello che è bene fare o non fare, e questo è il suo significato. Il giudizio profetico, illustra inoltre la via di Dio nel tempo, cerca di capire la condotta di Dio nella Storia. Ecco che allora la profezia, in questo sen– so, coincide con il giudizio storico perché non solo dice quello che dob– biamo fare, ma ancor più fornisce le ragioni di quello che Dio fa. Indica, per esempio, qual è il si– gnificato dell'Islamismo, del comuni- bibliotecaginobianco smo, del protestantesimo, della P 38. In realtà il giudizio storico spiega queste cose nel senso in cui esse stes– se sono parte dell'azione di Dio; il giudizio storico-profetico considera la storia in quanto essa è tutta attua– ta da Dio. Ciò dà, ad un tempo, luce alla fede, base al pensiero ed alla stessa azione così che, in base alle cose che abbiamo capito, agiamo. MARIA TERESA BULCIOLU: Considerando la crisi attuale della Chiesa non sarebbe male che Gian– ni ci dicesse una parola sui tentativi di ricomporre l'unità del mondo cri– stiano, fatti, in particolare, anche delle comunità spontanee o di base. Se è caduta l'immagine di un mo– dello istituzionale dell'essere cristia– no, ognuno di noi potrebbe desidera– re egualmente di vedersi appartene– re a qualche struttura o istituzione precisa, non per senso di sicurezza ma per testimoniare il messaggio evangelico. Mi sembra che alla base della de– finizione di Chiesa come profezia collettiva e società pensante vi sia necessariamente la definizione di Chiesa come comunità di persone che vivono una vita di unione. Non mi sembra abbia senso poi di– stinguere tra sacro e profano quando tutti gli aspetti della vita cristiana sono santificati: basta non costituir– si come corpo separato (come ha pre– cisato Gianni), perché in fondo tut– ta la vita, visibile e non visibile, è spazio al Divino. La Chiesa potreb– be rimettere in moto una specie di catecumenato, prendere in mano il popolo di Dio e riistruirlo; venire incontro alle istanze di autenticità e assecondarle col suo magistero. In fondo per me la società dello Spirito Santo è stata anche questo; ho imparato anche il discernimento di fronte alla storia. Crescere è ne– cessario, non basta essere disponibili 17

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