Vi saluta la Chiesa che è in Babilonia - n. 5 - giugno 1977
vano toccare proprio questo punto: la separazione del popolo di Dio in mo– naci e laici. È un'immagine convenzionale che l'Islam convertisse i popoli sor– retto solo dalla forza della spada. Sia la Spagna che l'Africa romana avevano conosciuto dei regimi di vera persecuzione religiosa, specie quello dei Vandali in Africa, e ciò non aveva suscitato alcuna conversione all'arianesimo. Se ciò avviene sotto l'Islam, ciò è dovuto anche al fascino spirituale della fede di Maometto. Essa semplifica la vita del credente: la professione di fede, semplici definite e collettive pratiche ascetiche, l'elemosina, una semplice pre– ghiera collettiva, il pellegrinaggio alla Mecca. Tutte queste pratiche esistevano già nella Chiesa: sia il digiuno, che il pellegrinaggio, che l'elemosina. Esse avevano una dimensione monastica nella Chiesa: Maometto estende a tutto il popolo la dimensione monastica in forma semplicissima. Al tempo stesso, to– glie ciò che è invece propriamente cristiano: la carità, la castità, l'amore dei nemici, la divinizzazione. L'Islam non è una religione nel senso che non pone uno spazio sacro e uno spazio profano: della Rivelazione conserva la dottrina che tutto è sotto la signoria di Dio e che ogni atto dell'uomo significa e com– porta obbedienza a Lui. Ma non inserisce la Trinità e la carità nella sua pro– fessione di fede: il vincolo tra Dio e l'uomo è interiore e totale, ma di sog– gezione. L'Islam toglie così la distinzione tra monaco e laico, tra perfetto e imperfetto, abbassando il livello della perfezione, ma togliendo anche il carat– tere « religioso» di profanità, che la distinzione tra perfetto e imperfetto isti– tuzionalmente realizzata fa calare nella vita del fedele. Un aspetto analogo si trova nel protestantesimo. La forza di Lutero non sta nella sua tesi positiva, la fede fiduciale, ma nella sua critica radicale della situazione spirituale del fedele nella Chiesa. Ad esso l'istituto sacramentale e l'istituto monastico rimanevano, a diverso titolo, esteriori: egli non aveva nulla di specificamente ecclesiale da compiere, perché l'opus proprium della Chiesa, il sacramento e la santità, erano riservati ai preti e ai monaci. Lutero, negando l'istituto sacramentale e quello monastico, pose in mano al fedele la Bibbia come il suo libro, fece del credente l'uomo del libro e ciò gli diede interiore dignità. Sparve tuttavia, nel luteranesimo e nel protestan– tesimo, la divinizzazione, la carità, la castità, l'amore dei nemici. Il dogma tri– nitario si salvò a stento. Il nesso del protestante con Dio è un nesso spirituale, interiore, totale, ma non di amor di amicizia, ancora di soggezione: il fedele luterano è il pec– catore perdonato, ma non il consorte della natura divina. L'insufficienza della riforma islamica e di quella luterana appare nel fatto che in essa la tematica ecclesiale della intimità divina ricompare in movimenti laterali, « settari »: il sufismo e le confraternite, nell'Islam, il metodismo, il pietismo, il quaccherismo, il pentecostalismo, la ripresa monastica nel prote– stantesimo. 11 bibliotecaginobianco
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