Vi saluta la Chiesa che è in Babilonia - n. 3 - dicembre 1975
bibli Chiesa - vergine e la eresia - meretrice. « I seni delle pure non vengono rovi– nati, ma i capezzoli delle meretrici avranno la pelle floscia e si corrugheranno. I seni delle pure sono forti e si gonfiano con rossore verginale. Esse accolgono la parola e dicono "in mezzo ai miei seni egli riposerà" » (In Cant. Hom. 2). L'eresia è definita come adultera, ad es., in Cipriano: « Chi si separa dalla Chiesa per unirsi all' adultera, si taglia fuori dalle promesse della Chie– sa » (De unitate Ecclesiae, 6). Anche Gregorio Nisseno chiama « meretrici > le eresie ( Oratio in suam ordinationem). Per Efrem gli « eretici » profanavano la « Sposa del Figlio» e questa « il cui amore diventava dissoluto, si rivestiva del nome di un servo» (Inno 24 contro gli eretici). Agostino afferma: « San– sone si adirò perché uno dei suoi compagni aveva preso la sua donna». Que– sto compagno svolge il ruolo di tutti gli eretici; ed Agostino cita subito dopo il testo della 2 Corinti. Se l'eresia è vista come adultera, è perché essa in realtà è Chiesa. È il patto sponsale violato che rende attualmente adultera la chiesa eretica. Ma essa non perde la sua natura ecclesiale: è proprio questa, anzi, a renderla «adultera». Così come Israele adultero non perdeva la promessa e la voca– zione, rimanendo popolo di Dio, la Chiesa considera ad essa canonicamente sog– getti, per quanto divisi dalla eresia e dallo scisma, i cristiani « separati ». Scisma ed eresia separano dalla Chiesa in quanto costituiscono figure adul– terine di Chiesa. Queste figure adulterine possono rimanere latenti nella Chie– sa, ma prima o poi tendono a costituire una « chiesa dissidente », cioè appunto una ecc lesia meretrix. Il decreto Unitatis Redintegratio del II concilio Vaticano non ha annul– lato, come tanti sembrano intendere, il concetto di eresia e di scisma, sosti– tuendolo con un concetto di una Chiesa cattolica, che si realizza in diverse Chiese, « graduate > secondo una norma di perfezione che appartiene alla co– munione romana. Ciò è improponibile: avremmo una innovazione radicale su ciò che è una dottrina certamente contenuta nella Rivelazione, solennen1ente professata nel Simbolo di fede, cioè la dottrina dell'unità della Chiesa. A priori, dobbiamo escludere questa interpretazione come impossibile. Il decreto sull'ecumenismo assume semplicemente l'esistenza di legami che, nonostante l'eresia e lo scisma, stringono le chiese separate alla Chiesa Cattolica e, su questa base, stabilisce un metodo di approccio per superare l'eresia e lo scisma. Ma il problema che vogliamo trattare non è quello delle eresie costituite, bensì delle eresie latenti. Oggi l'ecclesia meretrix è latente nella Ecclesia sancta, non tende a porsi come corpo separato, bensì ad annullare I'Ecclesia sancta. Ciò del resto è stato un fenomeno abituale. Mai però esso si è spinto così in– nanzi come nel tempo presente. È appunto di questa ecclesia meretrix, latente e non manifesta, che intendiamo trattare. La particolare aberranza del presente stato della Chiesa nasce dal fatto che è venuta meno la distinzione tra ortodossia ed eresia. La lotta costante nella storia della Chiesa tra Ecclesia sancta ed ecclesia meretrix viene ora con– siderata essa stessa una aberrazione, e ciò comporta in concreto una valutazione 6 ginobianco
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