Vi saluta la Chiesa che è in Babilonia - n. 2 - aprile 1975
padre si costruisce la sua vita: prima entra in una bottega di un falegname (un artigiano giapponese), poi riesce a gestire una propria bottega e infine giunge a costituire una piccola industria edile. Questa sua attività, dopo una certa fioritura, fallisce completamente quando scoppia la guerra coreana (1950). In questa svolta decisiva mio padre va come esaurendo l'energia vitale e in se– guito, verso la fine della sua vita, anche la sua fede subisce profondi turbamenti. Il fervore della sua fede nel periodo cittadino non era inferiore a quello della sua infanzia. La scelta stessa del suo mestiere sembra essere dipesa in qualche misura - mio padre lo diceva esplicitamente - dal lavoro che Gesù aveva compiuto nella casa di Giuseppe. Soprattutto la sua fede si notava nel– l'educazione rigorosamente cristiana impartita ai figli, nelle frequenti riunioni serali in famiglia e a volte anche negli incontri mattutini di preghiera e di let– tura biblica. Questo vigore ricorda evidentemente la fede di suo padre. E questa impronta si esprime più evidentemente nell'atteggiamento di devozione, uno dei modi tipici in cui la filosofia orientale si connette pacificamente al cristiane– simo. Si tratta di un atto d'amore, in cui la reverenza di maniera confuciana, analoga al senso veterotestamentario di Dio come timore, si traduce cristiana– mente. Tuttavia la fede di mio padre non trova nella comunità cristiana la pos– sibilità di un fecondo sviluppo, un orientamento in cui l'eredità del nonno (che aveva detto pubblicamente il suo fiat in una realtà divina metastorica, ma che pur s'incarnava) potesse passare da quella prima confessione a vivificare con– sapevolmente tutta la vita umana attraverso il suo spessore storico. La risposta degli apostoli alla chiamata di Gesù è un momento metastorico, non ha giustificazioni storiche, ma con quell'atto la fede cristiana prende solo il suo avvio e deve essere poi continuata dentro la realtà storica, dove il pec– cato permane. Per questo l'opera redentrice di Cristo non si compie con la pronta risposta dei discepoli al suo appello, ma si continua quando Cristo loro propone una dottrina, soprattutto quando si mostra loro come modello di vita (fino alla croce). Quando scende su loro lo Spirito, gli apostoli compiono il comando di Cristo, di predicare fino ai confini della terra: così il Cristo stesso si continua. Il limite caratteristico della condizione umana, e quindi il suo corrispet– tivo, che è la vita di fede, ha bisogno, oltre che della componente « metasto– rica» e delle sue decisioni, anche dei segni della verità e dei sacramenti, in cui la Chiesa visibile compie la sua missione storica dentro l'iniquità del se– colo, facendo sì che quel momento « metastorico » diventi una pienezza tean– drica. Anche in questo senso è significativo il fatto che la resurrezione di Cri– sto è lontana da ogni trionfalismo tendente a rivoluzionare esteriormente le potenze terrene, non aderisce alle aspettative puramente umane per un salva– tore: lo stato paradossale della creazione rimane inalterato e durerà fino alla fine del secolo. bibliotecaginobianco 21
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