Vi saluta la Chiesa che è in Babilonia - n. 2 - aprile 1975
lezza della natura che questa preghiera abbraccia ed ammette dentro di sè. E si può subito osservare che proprio per questo il mondo della cultura, degli intellettuali, in genere la rifiuta, la considera una forma minore, qualcosa da lasciare alle povere donne, ai poveretti; e come proprio per questo gli umili, i poveretti appunto la amano. Che questo meno, questa umana fragilità sia così apertamente abbracciata dal Rosario, ha il suo significato, che ci sembra tutt'altro che trascurabile. Que– sto ci insegna - o meglio ci ricorda - come il Signore vuole che ci rivolgiamo a Lui. Non è la nostra intelligenza, la nostra bravura, o comunque il nostro sforzo personale che ci santifica, che ci porta a Dio; ma è proprio l'abbandono infantile. Quella forma cioè di totale umiltà e fiducia propria solo del bambino (perché il bambino sa e ammette in partenza di non poter contare sulle sue sole forze, crede nell'altrui amore e se ne fida). In un certo senso qui è tutto compreso: la distrazione, anche la sonno– lenza che può intervenire qualche volta in questa preghiera, vuole insegnarci proprio questa verità: tanto più il Signore trova in noi l'umile abbandono con– fidente e infantile - e Lui ci ha detto appunto che per entrare nel Regno bi– sogna farsi come bambini - tanto più entra in noi lo Spirito di Dio che ci fa santi. Se riflettiamo a quello che sopra si osservava, che cioè le dieci Avemarie sono in fondo il tempo della nostra vita, vedremo che in questa debolezza e fra– gilità naturale della recita è compresa non tanto la materiale distrazione di quando si prega, ma in fondo tutti i nostri peccati, tutti i peccati della nostra vita che vengono abbracciati, addirittura dimenticati, come se non ci fossero, per chi si affida in questo modo, con questa assoluta umiltà a Dio. *** Se guardiamo ora il contenuto del Rosario, cioè i quindici Misteri, essi ap– paiono scelti con straordinaria sapienza. Nessuno sa chi li abbia così ordinati, ma certo nel loro anonimato si esprime la sapienza del popolo cristiano, quella stessa che attraverso i secoli ha mantenuto intatta la vera fede, malgrado e contro ogni deviazione, ogni dubbio, ogni eresia. I quindici Misteri del Rosario sono una storia, anzi, potremmo dire, essi sono « la storia ». Questa storia che essi raccontano comincia infatti dall'Incar– nazione, dal fiat, che è il primo Mistero gaudioso, per finire con la seconda venuta e la gloria di tutta l'umanità. Nell'ultimo Mistero glorioso si contempla appunto « l'incoronazione di Maria e la gloria di tutti i santi ». È dunque questa esattamente la storia cristiana, che comincia dall'annunciazione, da quando cioè appare Maria, la presenza storica attiva di Maria, e con Lei il Cristo nel tempo, fino alla seconda venuta. È la storia dei cristiani come totalità, e insieme di ogni singolo uomo, perché l'una e l'altra si corrispondono. Anche per il singolo infatti la storia della salvezza ha inizio dal fiat che biblic 16 aginobianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=