Vi saluta la Chiesa che è in Babilonia - n. 1 - ottobre 1974
bibli non solo nella storia segreta, quella delle anime, ma nella storia visibile, quella delle anime e dei corpi. Non solo le radici dell'uomo vengono toccate, ma anche i suoi frutti. Dobbiamo essere presenti nella storia. Della storia è facile oggi dir male, magari per bilanciare la sua esalta– zione in altri tempi e momenti. Oggi, stanchi della storia, si vuole tornare alla natura. Stanchi di Megalopoli, si vuole tornare alle radici, al villaggio. Con tutte le comodità di Megalopoli, è ovvio. Ma ciò è impossibile. Anche se com– plicheremo il nostro sistema di trasporti con la ricerca della residenza extra– cittadina, non risolveremo con ciò il vero problema che la fuga dalla città sim– boleggia, cioè la fuga dalla storia. Nella storia un cristiano deve trovarsi a proprio agio. Abbiamo già detto perché. Siamo complici dello Spirito Santo, che sceglie le vie più incredibili, impensabili, terribili, giustissime, inique, confortanti, spaventose, per far sì che Dio sia tutto in tutti. Lo Spirito Santo è giusto e misericordioso anche quando non sembra tale perché egli sa bene che cosa c'è nell'uomo. Complici dello Spirito Santo, noi ci affidiamo in primo luogo alla sua divina fantasia. E sappiamo che è essa che ci circonda da ogni lato, ne siamo lavati, fasciati, rivestiti, ornati. Ma possediamo veramente la storia, a una sola condizione; di esserne non al di fuori, ma al di sopra. È quando si è compiuta in noi, o si compie in noi, senza riserve, la dinamica dell'abbandono che comincia la dina– mica di presenza. Ed è logico. Non è la nostra presenza semplicemente umana, ma la nostra presenza teandrica quella di cui noi trattiamo. Si tratta cioè di rendere presente la nostra persona ma trasfigurata dallo Spirito di Dio, o di rendere presente lo Spirito Santo configurato alla nostra persona. Per questo l'azione senza l'abbandono non è utile, è solo aes tinniens et cymbaLum sonans. E se è inutile, è allora nociva, a noi, prima che agli altri. Non pensate mai che l'azione giustifichi, che sia vero il blando moralismo positivista del Pascoli « sol chi non fa fa male». L'azione può invece essere appunto una pietra d'inciampo, l'abbiamo già detto. Per agire nella storia, per essere presenti nella storia, bisogna essere al di sopra di essa, perché questo « al di sopra» è veramente il luogo storico dello Spirito Santo. Non impegnatevi perciò nelle cose del mondo. Lasciate semmai che siano queste ad impegnarvi. Voi fuggite, finché non siete raggiunti, solo allora la– sciatevi prendere. Abitualmente, se non cercate il mondo, il mondo non vi cerca. Esso non contiene abbastanza onori o potere o notorietà o ricchezza per tutti quelli che vi aspirano. Di candidati ai seggi, per modesti che siano, ve ne sarà sempre una pletora. Lasciateli andare. Non crediate che così lasce– rete il mondo ai peggiori. Lo detengono già solidamente. Se andaste in un luogo di onorabilità senza la certezza dell'obbedienza allo Spirito Santo, fareste peg– gio di loro. Lasciate che i « mostri freddi » (gli Stati, secondo l'espressione di Nietzsche, che piaceva a De Gaulle) seppelliscano i « mostri freddi ». Voi, cri– stiani, dovete essere altro da questa fisica del potere, da questa sottile bilan– cia di frustrazioni, di soddisfazioni frustranti, di delusioni, di illusioni; fuori dalla droga del potere, del successo, della ricchezza, fuori dai miti facili della società dei consumi. Fuori. Il 12 maggio, lo Spirito Santo ci ha insegnato che, anche per l'Italia, il tempo glorioso della Cristianità è finito, ed ora veramente siamo tornati alla situazione presente nel Nuovo Testamento, la Chiesa è vera– mente in Babilonia. Guardate dov'è finita la più cristiana delle virtù ( accanto 10 ginobianco
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