UJJ, BIANCO ~ILROSSO mw,11111 LaparolaradicalediDossetti Sentinella quanto resta della notte, è il titolo di un volume di Edizioni Lavoro che raccoglie i recenti interventi pubblici di don Giuseppe Dosselti sulla difficile transizione. Lodevole l'iniziativa, non solo per ragioni documentarie, soprattutto perché porta nel dibattito, spesso banale e fatuo, sulla odierna situazione italiana una voce radicale (e qui la parola, finalmente, non è fuori luogo). Infatti la parola di Giuseppe Dosselti suona, dalla sua monastica xenitia ( «estraneità»), come un grande atto di amore per la comunità civile e religiosa italiana. «Questa vita che vivo - affermava a Bologna (1986) nel suo memorabile intervento in occasione del conferimento dell'Archiginnasio d'oro - quanto più è vissuta senza intenzioni seconde, quanto più sia e si proponga genuinamente di essere inutile, tanto più può ricervere da Dio un "valore aggiunto"». E allora la sua parola assume un connotalo, nel coro della polis (sempre più assomigliante a Babilonia, che, a leggere l'Apocalisse, è infestata dallo spirito della prostituzione), nelsenso più autentico dell'aggettivo, paradossale (dal greco paradoxa, ossia contro l'opinione comune). In Giuseppe Dossetti si fondono, in una mirabile sintesi esistenziale, tre aspetti: Padre dell'Italia repubblicana, nata dalla Resistenza (in cui valore resta perenne) contro il fascismo: costituente (a lui si deve l'importante lavoro, Ira l'altro, sul rapporto tra Stato e Chiesa e sulla libertà religiosa); Leader politico nella Dc: vice Segretario Nazionale e ispiratore della sinistra interna (nel suo impegno politico esprimeva un sano radicalismo evangelico); Padre della Chiesa contemporanea: perito, al seguilo del Cardinale Lercaro, al Concilio Vaticano Il. Era staio nominalo anche segretario del collegio dei quattro moderatodi Pierluigi Mele ri - ossia i quattro cardinali, che «governavano» inseme al Papa i lavori del Concilio ed erano gli esponenti più in vista del- !' anima innovatrice - importante il suo contributo sulla ecclesiologia. La sua autorevolezza, quindi, è alta. Abbiamo detto poc'anzi che la parola di Dossetli è una parola radicale; ed è proprio così. Infatti, attraverso il paradigma - bene espresso nell'intervento di commemorazione di Lazzali - biblico della notte (notte delle persone - la diffusa inappetenza di valori - notte della comunità - il venir meno del con - essere, ossia del senso comunitario) cerca di impostare un cammino speranzoso di conversione. Qui il richiamo, per i credenti, si fa esigente e forte: quello verso l'uomo interiore. La critica dossettiana, che si muove su presupposti filosofici e, soprattutto, teologici molto chiari, alla società radicale (permeata come si è visto dall'individualismo) è il presupposto necessario per capire anche il passaggio politico del suo messaggio. Infatti il richiamo ai valori permanenti della Carla Costituzionale è sullo sfondo di una visione alta della politica, ossia fortemente progettuale. Una idea «innegoziabile»per i cattolici. Allora la Costituzione, per Dossetti, diventa la frontiera per iniziare una nuova «opposizione di principio», senza cedere al «cavazzonismo» (da Cavazzoni deputato che uscì dal vecchio Ppi, per cui «cavazzonismo» divenne sinonimo della disponibilità all'assimilazione per garantire la governabilità) all'attuale regime (espressione politica della «società radicale»). «Sentinella quanto resta della notte?». La notte va riconosciuta come notte, non vi sono scappatoie. Una stagione nuova, per i credenti, può iniziare solo se si parie da «un cammino inverso a quello degli ul78 GIUSEPPEDOSSETTI SENTINELLA QUANTORESTA DELLANOTTE? R1FLES810Nt SUI.LATRANSIZIONE1TAU-'NA ACURADIFRANCOU0NA00 Giuseppe Douetti Sentinellaquantorestadellanotte? EdizioniLavoro- Roma, 1994- L. 6.000 limi vent'anni, cioè mirare non a una presenza dei cristiani nelle realtà le1J1poralie alla loro consistenza numerica e al foro peso politico, ma a una ricostruzione delle coscienze e del loro peso interiore, che potrà poi, per intima coerenza e adeguato sviluppo creativo, esprimersi con un peso culturale e finalmente sociale e politico» (G. Dosselti, Sentinella quanto resta della notte?, pag. 34). Nessuna nostalgia, quindi, per il passato ma apertura positiva alla storia dei tempi nuovi.
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