Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 52 - luglio 1994

esistere in maniera autonoma. La mancanza di fisionomia politica e di coerenza nei comportamenti, fu percepita dagli elettori e portò alla sconfitta (nella parte proporzionale dove si era presentata) delle elezioni del 27 marzo. Ciò nonostante, ancora alle europee del 12 giugno Ad insiste nel presenzialismo elettorale contrabbandando l'alleanza con i resti del Psi come un processo aggregativo: ottenne 1'1,5%. Sconfitta netta che non ha bisogno di commenti. Ho voluto ricordare questa breve e poco gloriosa recente storia perché ci può essere di aiuto per non ripercorrere gli stessi errori. Qualsiasi gruppo politico che si vuol presentare sulla scena della competizione elettorale deve verificare prima di tutto la sua reale consistenza: numero di iscritti, regole di funzionamento, elezioni dei propri rappresenanti, ecc. Non può essere tollerala nessuna forma di autoreferenzialità, come è avvenuto al «tavolo dei progressisti» dove chiunque si poteva presentare come rappresentante di qualcosa (di cattolici, di ambientalisti, di socialisti) e addiritura di società civile; lo scopo di tanto attivismo era quello di assicurarsi i collegi cosiddetti sicuri che poi erano quelli con presenza di elettorato Pds: a questo partito le stesse persone che chiedevano di aprirsi al centro rivendicavano il collegio di sinistra. Non basta predicare idee giuste perché, com'è noto, il valore di un'idea sta nel metterla in pratica. Ancora una volta la coerenza tra il dire e il fare è rimasta fuori dell'azione politica. Senza onestà intellettuale non si fa rinnovamento della politica. {).!J, BIANCO al,, ILROSSO 1111 i.'ffl 1 81W L'incontro tra culture politiche diverse L'esigenza di far confluire in un'unica alleanza grandi componenti storiche come quella dei cattolici democratici, del socialismo riformista, degli ambientalisti e dei laici, si è trasformata in patteggiamento tra ceti politici residuali nella classica logica di scambio. L'incontro Ira culture diverse, alla prova dei fatti, purtroppo si è rivelalo una grossa mistificazione. Un argomento sul quale permangono pregiudizi è quello di non voler analizzare le cause della degenerazione partitocratica (sconfinante nell'illegalità) proveniente da nobili e grandi tradizioni e culture politiche (cattolica, socialista, liberale). La riforma dela politica è possibile solo se ogni persona assume un atteggiamento di severa analisi critica della propria tradizione. La costruzione del nuovo soggetto politico presuppone non la semplice confluenza delle culture storicamente date, ma la loro radicale critica, a partire da una verifica tra i valori proclamati e i risultati. Il liberalismo oggi sta riscuotendo un favore e un indubbio successo. Ironia della storia! Ma non è staia la maggioranza della classe liberale del primo dopoguerra complice del fascismo? E nei nostri giorni qual è la reale qualità liberale di chi dà lezioni di liberalismo? Anche qui un nobile concetto, una nobile idea, quella liberal democratica, davvero orfana di soggetti politici coerenti, continuamente manipolata, permanente rifugio di false coscienze. Una corrente di pensiero che deve invece reinterpretare e raccogliere l'intera area progressista. 68 Non mancherebbero i punti di riferimento: valga per tutti il contributo di Ralf Dahrendorf, l'azione politica europea di Jacques Delors (che condivide le idee del personalismo cristiano e del socialismo liberale) e in Italia le grandi figure di Piero Gobelti e di Carlo Rosselli, se vogliamo qualche collegamento storico. Nell'individuazione di una strada realistica per la costruzione del soggetto politico federativo dei progressisti occorre precisare quanto segue: a) Si dice che il Pds, essendo per definizione il rappresentante della sinistra, si deve alleare col centro: e tutti coloro che sono di sinistra ma non si identificano nel Pds dove li collocchiamo? Inoltre: che cos'è il centro? Una categoria sociale? Un comportamento moderato? Ma è più moderata la Lega oppure Rifondazione? Dal punto di vista della carica innovativa la Lega ha svolto un ruolo davvero rivoluzionario contribuendo in maniera decisiva a mettere in crisi il vecchio ceto politico partitocratico e formando gruppi dirigenti in gran parte sconosciuti. La Lega vinceva perché era sorretta da precise spinte sociali, Bossi dava voce ad un disagio reale (le tasse, il rapporto Nord Sud). Rifondazione invece guarda al passato, è terribilmente conservatrice. b) Le culture politiche hanno certamente un peso, ma non sono più esclusivamente racchiudibili in precisi gruppi politici: secondo indagini sugli iscritti al Pds soltanto una minoranza si ritiene comunista. E che dire dei cattolici che ormai votano senza pregiudizi

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