Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 52 - luglio 1994

mento dal basso che sia veramente rispettosa della diversità e dell'originalità della storia e dell'intervento di ciascuno e, allo stesso tempo, riesca ad esprimere una proposta forte che aiuti la gente a ripensare l'organizzazione della convivenza, il lavoro, i modelli di consumo, le politiche sociali, i processi di formazione, l'accoglienza degli immigrati ed altro ancora. È proprio questo il terreno orginale di impegno del Movi. Malgrado l'attenuazione del peso delle ideologie, infatti, permangono ancora in Italia divisioni che rendono difficile l'incontro di soggetti che pure condividono una tensione solidaristica. Allo stesso tempo, molti percorsi educativi sviluppatisi in questi anni nel mondo ecclesiale, in associazioni, movimenti e parrocchie, non hanno favorito il diffondersi di pratiche di dialogo e di progettualità comune tra diversi, poiché hanno messo troppo l'accento sulla difesa dell'identità. Assieme alla necessità di un intervento a rete nei quartieri della città e nei paesi si avverte, perciò, il bisogno di promuovere una miriade di momenti di incontro, di dibattito e formazione, capaci di coinvolgere persone, famiglie, giovani e anziani, associazioni e movimenti i più diversi tra loro, così da imparare assieme a leggere il cambiamento, a confrontare le motivazioni {)!LBIANCO ~ILROSSO 1111 i. t iHA all'impegno solidaristico, a costruire nuove esperienze di convivenza comunitaria, di lotta al disagio e alla mafia, a promuovere imprese sociali che offrano opportunità di lavoro autentico a tanti giovani. Un movimento politico come quello dei Cristiano-Sociali, per la linea solidaristica che lo ispira e per il forte respiro culturale che è alla base della sua azione, non può che essere percepito con attenzione ed interesse da persone impegnate nel volontariato, nella cooperazione sociale e in altre realtà associative. Anche l'intento di promuovere un cammino che valorizzi esperienze e idealità contenuti nell'impegno sociale dei cristiani dentro un orizzonte di laicità e di dialogo, ha un significato rilevante per la crescita di una nuova cultura politica diffusa. Pertanto, fatta salva l'originalità e la specificità di ambiti in cui movimenti di volontariato e movimenti di impegno politico operano e garantita l'autonomia di ciascuno, risulta prezioso il dialogo ed il confronto che si potrebbero sviluppare in tante realtà territoriali e che potrebbe coinvolgere persone che quotidianamente operano sul fronte dell'emarginazione sociale. Perché si tratti, però, di un'azione efficace occorre che abbia davanti a sé tempi sufficientemente lunghi, cosicché possa preparare quei tempi .. . . . I I.~ nuovi in cui si faccia posto ad una dimensione qualitativa e spirituale della vita e dell'organizzazione sociale, progettandone itinerari e costruendone il necessario consenso. Sarebbe perciò preoccupante che il movimento dei Cristiano-Sociali costruisse il suo programma di lavoro sui tempi brevi dettati da un ipotetico ritorno alle elezioni politiche entro un anno. Se esso scegliesse questa strada, rinuncerebbe a dare un suo contributo, faticoso e laborioso, ma indispensabile a quel processo di rifondazione della politica che passa per la ricostruzione di un tessuto di relazioni comunitarie e per l'affermazione di un'etica delle responsabilità diffuse. Quello che si è autodefinito schieramento progressista è chiamato oggi a ripensarsi come schieramento della solidarietà sociale ed a ripensare lo sviluppo, ponendo l'efficienza a servizio della giustizia e della qualità della vita. I Cristiano-Sociali saranno, all'interno di tale schieramento, un autentico fermento di cambiamento solo se sapranno interpretare il risultato delle elezioni di marzo come segnale per cominciare ad elaborare, con originalità e coraggio, dialogando con i laboratori di solidarietà e innovazione sociale che si ritrovano oggi un po' dappertutto, una grande proposta per la convivenza degli anni 2000. ,··~. .. ...... ... 65

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