{)!LBIANCO ~ILROSSO OX♦AAOHA ProgressisetiPopolarir:egoleper unaopposizioneefficace.Daora F intantoché progressisti e popolari riusciranno, attraverso la presentazione di candidature. convincenti e la creazione di alleanze ad hoc, a vincere le elezioni locali, il problema dell'equilibrio politico del Paese non si presenta troppo drammatico. Affinché, però, questo fenomeno continui, è assolutamente necessario porre all'ordine del giorno sia una buona riforma della legge elettorale per le Regioni che unari-riforma delle leggi elettorali nazionali. Il punto non è tanto che queste leggi vadano scritte per far vincere progressisti e popolari, compilo comunque molto difficile, ma piuttosto che vadano riscritte per favorire la scelta da parie degli elettori di candidati, programmi e coalizioni secondo la nobile parola d'ordine referendaria. Inoltre, pur rimanendo ferma la preferenza per il doppio turno, va subilo aggiunto che le leggi elettorali non debbono essere tutte plasmate su un unico modello, ma devono essere significativamente orientate alla soluzione dei problemi politico-elettorali ai livelli ai quali si situano. Dunque, c'è un doppio turno valido per le elezioni dei candidati al Parlamento, ma ci può essere anche un efficace doppio turno per le elezioni della maggioranza di governo e del suo capo a livello regionale. Ancora una volta, non dovrà sembrare strana questa attenzione ai meccanismi elettorali perché non possiamo dimenticare come il turno unico nazionale per le elezioni del Parlamento e la rappresentanza proporzionale per le elezioni europee abdi Gianfranco Pasquino biano significativamente avvantaggialo la sedicente maggioranza di Governo e il suo capo. Al contrario, il doppio turno ha favorito lo spostamento degli elettori verso i candidati popolari o progressisti al Governo locale e verso le loro proposte con esiti sostanzialmente diversi. Ciò detto, non va neanche commesso l'errore opposto di credere che basterà avere una moltitudine di doppi turni per vincere le elezioni automaticamente anche a livello nazionale. In questo caso, infatti, saranno non solo utili, ma indispensabili due altri elementi. Il primo riguarda le modalità con le quali l'opposizione agisce in Parlamento e nel Paese adesso e per tutta la legislatura. Il secondo riguarda la costruzione dello schieramento alternativo alla maggioranza e delle alleanze fra le diverse componenti di quello schieramento. Quanto al ruolo dell'opposizione, si sente dire troppo spesso che l'opposizione deve essere responsabile e costruttiva, intendendo, forse inconsapevolmente, con questi aggettivi che questa opposizione deve lasciare governare il Governo. Tutt'al contrario. Responsabilità vuol dire, quando si parla di opposizione, anche il tentativo di vincere, ogni qual volta sia possibile con riferimento alle proposte che l'opposizione aveva avanzato durante la campagna elettorale e, comunque, sventando le iniziative considerate dannose provenienti dal Governo. Resposabilità, in questo caso, vuol dire rappresentanza politica degli interessi che altrimenti il Governo dimeticherebbe, schiaccerebbe, opprimerebbe. E che progressisti e po58 polari hanno l'obbligo assoluto di tenere vivi ed alti, visibili, e traducibili. In secondo luogo, l'opposizione responsabile si occupa e si preoccupa del problema delle regole. Pertanto si oppone allo stravolgimento di alcune fondamentali regole costituzionali e dei diritti dei cittadini, dei gruppi e della stessa opposizione che ne conseguono e al tempo stesso, quando diventa utilmente propositiva, l'opposizione cerca di cambiare alcune regole fondamentali affinché la competizione politica rimanga tale da consentire alternanza al Governo del Paese. Se le cose stanno così, è evidente che non soltanto potranno, ma dovranno esserci convergenze programmatiche fra popolari e progressisti per quello che attiene gli interessi dei cittadini che essi intendono rappresentare. E soprattutto che dovranno prodursi accordi sulla difesa di alcune regole del gioco e sul mutamento di altre. È chiaro che, in questo contesto, in questo paese, in questa fase la regola fondamentale da difendere e, laddove è opportuno, da ridefinire, riguarda fin d'ora il pluralismo della comunicazione politica. Senza nessun intento punitivo, ma soltanto per consentire che gli elettori abbiano accesso ad una pluralità di informazioni, è evidente che se bisogna riscrivere le regole relative al sistema pubblico di informazione, è altrettanto e forse ancor più urgente spezzare il monopolio, o se si preferisce la posizione dominante di un solo attore nel sistema privato. Naturalmente, non basta cambiare le regole elettorali, nè quelle della competizione politica, nè quella della comu-
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