D!.L BIANCO ~ILROSSO 1111 # 111 Oltrelasocietàdeiconsumiun recuperodelprimatodeibisognireali D unque tempo di doppio passaggio: dalla Prima alla Seconda Repubblica - da una parte - e dall'unità politica dei cattolici ad una «nuova» stagione della loro presenza nella società, nella cultura, nella politica, dall'altra: «Il Bianco & Il Rosso» è stato sin qui dentro questo passaggio in modo utile, come sede di incontro e di confronto. Oggi ci invita a riflettere sulla stagione che stiamo vivendo, forse a tentare di guardarla con un po' di distacco per anticiparne la storia e il giudizio. Ma è illusorio il distacco e il mio giudizio sarà dunque fazioso. Il primo passaggio non mi piace, è un'occasione mancata; il secondo, se è sincero, sarà positivo. In che consiste il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica? Nelle cronache giudiziarie di Tangentopoli, che spazzano via un ceto politico? Nellanuova legge elettorale? Ci sono stati, in questi anni alcuni grandi eventi internazionali: la crisi economica, le vicende dell'89. Essi hanno avuto contraccolpi decisivi da noi. Privo di una radicata cultura del senso dello Stato, dei doveri verso la collettività, il nostro paese aveva vissuto gli anni dell'espansione con l'affermarsi di una cultura esasperata del possedere e del consumare che aveva pervaso progressivamente le istituzioni ed i rapporti tra i cittadini e lo Stato attraverso la diffusione capillare della microcorruzione: l'evasione fiscale generalizzata e la via della raccomandi Gianni Mattioli dazione come modo normale di risolvere individualmente anche il più generale dei problemi, sono i simboli di una questione morale, di una degenerazione dei rapporti istituzionali che sono la base profonda di fenomeni come Tangentopoli. Ma con la crisi economica l'ingranaggio si inceppa mentre contemporaneamente viene meno il lubrificante che ne aveva consentito il funzionamento anche nei tempi più difficili, e cioè la necessità della stabilità del consenso che aveva dominato gli anni della guerra fredda, e delle grandi appartenenze ideologiche. 55 Così l'ingranaggio va in pezzi alla fine degli anni '80, nascono esperienze politiche che mettendo insieme le difficoltà materiali, l'erosione dei piccoli privilegi e l'incapacità della classe politica a dar soluzioni, divengono rapidamente movimento di protesta contro una classe politica - onnipotente e insieme inefficiente, ma arrogante, avida e corrotta - che ne risulterà travolta. La magistratura, che pure aveva consentito la degenerazione delle istituzioni all'ombra dei poteri politici forti, riprende ad applicare la legge ordinaria quanto questi poteri si dissolvono e persegue politici ed imprenditori corrotti. Ma in questo tracollo di regime il paese perde una straordinaria occasione di riflessione collettiva sulla questione morale che riguarda tutti i cittadini e si affretta a voltare pagina. Peggio: nel corso degli anni che poco sopra abbiamo sintetizzato s'erano venuti addensando dinanzi al paese problemi gravi: questione morale e sfacelo della pubblica amministrazione, crisi economica. Quale classe politica avrebbe meritato il nome di «nuova», di «progressista», se non quella che si fosse cimentata con questi problemi dando ad essi risposte avanzate? Ma no, invece di cimentarsi con i problemi, la politica italiana rimase nel terreno più abituale per i suoi professionisti, quello istituzionale, riducendo un gran problema di contenuti ad un problema di riforma elettorale e dando cosi alla gente il messaggio in-
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