Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 52 - luglio 1994

{) !J, BIANCO Ol..ILROSSO 1111 #i 1Hil Unnuovosoggettomaggioritario oltreil riflussoneo-liberista u na strategia di ripresa - sul piano culturale, politico ed organizzativo - delle opposizioni di centro e dei progressisti presuppone una corretta interpretazione di ciò che è avvenuto il 27-28 marzo, ossia di capire il passaggio, come si dice, dalla prima alla seconda Repubblica. Esprimendo una mia opinione (ma che è fondata anche sui primi studi, come i rapporti Censis, il volume di Mannheimer e Diamanti, ecc.) queste, elezioni si sono svolte all'insegna di una duplice caratteristica: lo stravolgimento delle regole, ma anche una competizione effettivamente bipolarizzata e per la parte del Polo delle Libertà condotta con modernità, efficienza ed efficacia. L'interpretazione prevalente a sinistra, ma anche al centro, è stata che l'elettorato è stato ingannato manipolato o che è nella sua essenza reazionario, parafascista, ignorante, ecc. Con queste spiegazioni non si va lontano e si perpetua proprio quell'atteggiamento mentale che ha condotto alla sconfitta. La prima regola democratica è rispettare la volontà degli elettori e trattarli come persone in grado di scegliere autonomamente e con ragione. Oltretutto non li si può recuperare se li si continua a trattare come deficienti o come intimamente reazionari. Ciò non significa che non bisogna distinguere tra elettorato e forze di governo (verso cui l'opposizione dev'essere ferma), tra capacità di conduzione della campagna elettorale e capacità di governo (le di Oreste Massari due cose non necessariamente vanno assieme). Al di là dello stravolgimento delle regole (che i progressisti non hanno contrastato efficacemente prima dell'entrata in campo di Berlusconi), la competizione ha avuto, senza negare l'impatto di quest'ultimo, aspetti di modernità e di regolarità secondo gli standard delle democrazie maggioritarie. Il sistema elettorale ha grosso modo funzionato nel senso della bipolarizzazione (basta vedere la struttura della competizione nei singoli collegi uninominali). La presenza di Alleanza Nazionale nella compagine governati52 va può essere letta o come l'ingresso dei fascisti al governo, oppure come l'inizio di una costituzionalizzazione piena o di defascistizzazione del grosso del Msi, in direzione di una destra scongelata dai ceppi nostalgici. I temi su cui si è discusso nella campagna elettorale, imposti dal Polo delle libertà, sono stati quelli presenti da tempo in tutte le democrazie occidentali, ossia il confronto tra liberismo e statalismo. In Italia l'onda di questo grande confronto/scontro (che è poi quello sullo Stato sociale) è arrivato con grande ritardo e quando magari in altri paesi il ciclo neoliberista si è esaurito (Usa) o si sta esaurendo (Gran Bretagna), ma ciò non signifca che questo appuntamento, per la storia politica precedente dell'Italia, fosse evitabile. Ciò che si poteva evitare era che la sinistra arrivasse impreparata culturalmente ed organizzativamente all'appuntamento. In altri paesi, la sinistra o i democratici riescono a vincere quando assumono nel loro orizzonte culturale e programmatico (della giustizia sociale e della solidarietà), con tutto quello che ne consegue in termini di costi da pagare, molte ragioni della critica allo Stato sociale e molte istanze della sfera dell'individuo e delle comunità. La distinzione destra-sinistra non può essere una distinzione rigida, per cui ciò che vien proposto o segnalato da una parte è per ciò stesso da rigettare. Questo è un atteggiamento ancora ideologico. Occorre, invece, assumere un atteggiamento pragmatico, flessibile, elastico sulla base del merito dei problemi e delle aspettative della genie, buttando alle

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==