,{)!I~ BIANCO l.XILROSSO ATTUALITÀ Lasinistracon il centro:nonuna sommatraidentitàseparate di Giorgio Tonini - n questi anni ci siamo impegnati per due obietti- I vi: dar vita, anche nel nostro paese, ad una matura democrazia dell'alternanza, che ponesse termine alla lunga stagione del consociativismo proporzionalistico, poi degenerato nel regime della corruzione; e dar vita ad una presenza si- - gnificativa di cattolici democratici nel nascente polo progressista italiano, superando ad un tempo l'unità politica dei cattolici e l'unità frontista delle sinistre sotto l'egemònia comunista . . Checché se ne dica, su entrambi questi versanti abbiamo percorso velocemente un lungo tratto di strada. La democrazia dell'alternanza si è affermata nel paese come un valore. La stragrande maggioranza dei cittadini apprezza il principio di responsabilità (dei governanti dinnanzi ai governati e viceversa) che ne è alla base e ragiona ormai in termini di poli alternativi: due per i più, tre per una minoranza. Al contempo, il polo progressista esiste e non è certo una riedizione del frontismo terzinternazionalista: il comunismo come regime non c'è più, persiste nel cuore di una minoranza come valore utopico, del quale è peraltro differita la realizzazione in un futuro non visibile. L'unità politica dei cattolici è morta e sepolta e si dà anche a sinistra una minoritaria ma non irrilevante presenza di cattolici democratici. Detto questo, sarebbe ingenuo trascurare i 5 problemi che abbiamo ancora dinanzi. La democrazia dell'alternanza è ancora imperfetta: sul piano politico, perché entrambi i poli sono in fase di assestamento, ma anche sul piano istituzionale, ove lo strappo in avanti determinato dalla riforma elettorale non è stato accompagnato dalle riforme istituzionali indispensabili a dare, da una parte, certezza di leadership alle maggioranze (ad es. elezione diretta del premier) e, dal!'altra, garanzie contro la abnorme concentrazione del potere e la conseguente marginalizzazione delle minoranze (meccanismi elettorali protetti per le istituzioni di garanzia e per le modifiche costituzionali, norme anti-trust, garanzie contro i monopoli radiotelevisivi. .. ). Quanto al polo progressista, si tratta indubbiamente di un cantiere aperto, nel quale si intravede a malapena la sagoma del!'edificio che sarà. Non solo (e sarebbe già abbastanza) perché i ProgressisU le elezioni le hanno perse. Ma anche (e forse soprattutto) perché le hanno perse male, sul piano della qualità, più che su quello della quantità dei voti. C'è troppo ex-Pci nel polo progressista e troppo poco del resto. Attenzione: si tratta di un dato ingannevole. Molto voto al Pds è tutt'altro che voto ex-comunista di ritorno: il Pds (Rifondazione è un caso a parte) ha drenato molti voti non-ex-comunisti lucrando sulla sua rendita di posizione di azionista di maggioranza
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