Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 52 - luglio 1994

{)!LBIANCO ~ILROSSO OHSSOHII Perun«terzopolo»ispiratoaivalori: personalismoe solidarietà e he questi anni siano di profondo e rapido mutamento nella vita politica del nostro Paese è cosa fin troppo evidente: basta considerare l'esito delle recenti consultazioni elettorali, la composizione delle assemblee parlamentari, i voti della attuale dirigenza politica. L'esigenza di cambiamento, del resto, era reale ed urgente e da tempo era diffusamente sentita nel Paese: lo testimoniano, a tacere d'altro, i referendum, la mobilitazione che li ha accompagnati, i risultati conseguiti, a cominciare da quello sulla preferenza unica. L'esigenza di cambiamento ha trovato riscontro nell'operato della magistratura, volto a tagliare i legami illeciti tra politica, affari e - a volte - criminalità organizzata. Ma il problema del cambiamento non riguarda solo quello che si vuole abbandonare - le degenerazioni partitocratiche e la mentalità e lo stile che erano alla base - ma anche gli obiettivi che si vogliono raggiungere: è anche sotto questo profilo che il cambiamento va giudicato. Qualcuno parla di «Seconda Repubblica»: se questo volesse dire abbandonare il solido impianto che ritroviamo nei principi fondamentali e nella prima parte della nostra Costituzione, il giudizio sui «nuovi obiettivi» del cambiamento non potrebbe che essere negativo; se la prospettiva, pur nella ricerca di una più efficace governabilità, dovesse essere quella di un sistema di tipo plebiscitario che a un rafdi Giuseppe Gervasio forzamento dell'esecutivo non fa seguire un rafforzamento della partecipazione democratica e delle forme di controllo tese ad evitare qualsiasi concentrazione di potere, anche in questo caso il giudizio sui «nuovi obiettivi» dovrebbe essere molto severo e critico. Il vero passaggio dovrebbe essere verso un di più di democrazia, di partecipazione, di solidarietà, proprio sul fondamento dei principi e dell'impianto della prima parte della nostra Carta Costituzionale, riscoprendo e riappropriandosi dei valori, degli indirizzi programmatici e dei contenuti giuridici e politici che in essa erano e sono ben presenti, ma non pienamente attuati. Per questo passaggio non può mancare il contributo che scaturisce da una realtà, certamente oggi travagliata e problematica, ma sicuramente ancora vitale e significativa, quale quella costituita dalle culture cristianamente ispirate, radicate e vive nel tessuto sociale del Paese, presenti in tante diverse forme come soggetti attivi della dinamica civile e sociale: una realtà che si colloca in una tradizione, il movimento cattolico, che ha fortemente e validamente contribuito alla nascita dell'Italia repubbliana e democratica. Questa realtà deve trovare il modo significativo ed efficace di esprimersi e di dare un proprio originale contributo anche in questo momento di radicale passaggio. Il cattolicesimo italiano, mutato il quadro politico mondiale, venuto meno quel soggetto politico - la Dc - che, nel bene e nel male, ha rappresentato il primo punto di riferimento 38 nella vita politca di questi ultimi cinquant'anni, è sfidato ora a costruire i modi di una sua rinnovata presenza. Il configurarsi del nuovo scenario politico e l'andamento delle ultime competizioni elettorali mostrano una situazione di frammentazione e di dispersione, sia per il voto spero a favore di tutte le aggregazioni politiche oggi presenti sulla scena, sia per il formarsi di diversi soggetti politici che in qualche modo si rifanno alla ispirazione cristiana e che si collocano, in alternativa al polo di centro (destinato nei commenti di molti a scomparire), nei due attuali poli di destra e di sinistra. Questa situazione è certamente spiegabile come conseguenza di molteplici cause concorrenti e fra queste di grande peso sono la questione morale, la patologia partitocratica di cui la Dc porta la sua parte di responsabilità, i ritardi e a volte la sordità verso le profonde esigenze, di radicale rinnovamento nella mentalità, nello stile, nelle persone che pure la cattolicità italiana aveva più volte espresso in questi ultimi anni. È difficile, però, pensare che questa situazione possa essere valutata come una situazione di crescita ed auspicare che si radichi e si sviluppi. La frammentazione e la dispersione - specialmente in presenza estremizzala e con forti contraddizioni interne - sono portatrici di risultati non significativi, a volte di collocazioni equivoche con larghi margini di incoerenza. La strada da tentare, prima di acquietarsi su soluzioni più deboli e discutibili, può essere quella di lavorare

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