Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 52 - luglio 1994

lettura dello sviluppo popolazionistico proposta dall'Onu, risente della visione neocapitalista, che trova nelle teorie liberiste la sua giustificazione. Con il cadere delle ideologie, l'etica politica ha sempre più perso riferimenti ideali, facendosi così strumento di diffusione di una morale utilitaristica, basata sull'obbedienza a sprezzanti leggi di mercato. Un'etica della responsabilità ed ancor più un'etica della solidarietà e dell'amore, che si fondi sul rispetto della vita dal concepimento alla morte naturale, e del Creato, è ciò che deve distinguere il Partito Popolare dagli altri movimenti politici. È su questo punto che i cattolici impegnati in politica trovano tuttora difficoltà a realizzare un'unità di intenti con molti esponenti della sinistra. B)Riteniamo che lo statalismo e l'interpretazione marxista dei processi economici non abbiano oggi più valore promozionale nella vita politica. Pensiamo che a questa stessa accezione sia giunto sia il nuovo Pds che il Psi guidato da Spini. Riteniamo altresì che una legge di mercato, senza adeguati correttivi e senza una contemporanea strutturazione sociale favorente una giustizia distributiva, comporti solo l'arrichimento di alcune persone o categorie, ed un allargamento delle fasce e delle dimensioni di povertà. Una concezione «liberistica» dell'economia, unita ad una concezione «economicistica» della vita, se non ispirata ad un autentico personalismo, porta nuovamente ad un materialismo responsabile di quell'inevitabile legame politica-affari, potere-denaro, che sembra gravare sulle democrazie occidentali di questo fine secolo. In questo riteniamo che una più fedele aderenza ai principi etici in materia economica dettata dai nostri Vescovi, debba caratterizzare i cattolici impegnati in politica. Una giustizia contributiva, che parta dall'equità fiscale, che non freni l'imprenditorialità e il merito, che nello stesso tempo non colpisca chi paga le tasse, ma che assicuri a tutti i cittadini una vecchiaia onorevole, un valido aiuto nella sofferenza e negli eventi ( ,. {)!L BIANCO ~ILROSSO 1111 $$ 1811 I \'~ .......... -· ..... •:~•. ........... •\ ( :, .... , . ,,, ... dolorosi della vita, è oggi la base per non perpetuare l'insicurezza verso il futuro che i precedenti governi, ancor più l'ultimo, hanno contribuito a determinare. La «società dei due terzi» che trascura il terzo dell'umanità meno fortunata e che domina le dinamiche democratiche, manipolando la libertà attraverso l'arrogante possesso dell'informazione, ci spinge ad essere in modo chiaro microfono e strumento per risondere alle «attese della povera gente». Per queste ragioni riteniamo fondamentale una rielaborazione delle concezioni politiche di Sturzo, alla luce della più recente dottrina sociale della Chiesa in maniera da precisare: - valore ed ideali di riferimento, - opzioni politiche contingenti che fissino le priorità operative, - strategie in termini di aggregazioni e di alleanze. In questo senso trova giustificazione la crescita di un Partito Popolare che sia alternativo alla vecchia Dc e continuatore della grande tradizione cattolico democratica. È infatti finita l'epoca dei partiti così 34 come delineati dai precedenti Statuti, basati sulle tessere e sul professionismo politico. Per quanto riguarda il Partito Popolare, riteniamo che l'Assemblea Costituente del 27 luglio 1993, e coloro che ne presero parte, debbano considerarsi come base per la sua ricostruzione democratica e che il Congresso del prossimo luglio non possa che essere una prima tappa per iniziare a fondare il nuovo partito dalla base. Occorre rivedere quindi Statuto e Regolamenti perché si passi concretamente e in fretta da un partito di «tesserati» ad un partito di elettori. Se questo non succede il Ppi non potrà avere quella forza aggregante verso il mondo cattolico più impegnato. Occorre poi esser chiari con la chiusura a chi ha lasciato il partito nel momento di massima difficoltà. Riteniamo che i Cccl abbiano tradito lo spirito e la volontà di tale Assemblea, candidandosi nelle ultime elezioni nelle alleanze di destra, e che coloro che, per ragioni plausibili si impegnano in questo partito, non possano oggi essere riferimento prioritario per costruire il nuovo Ppi. La conversione è sempre possibile per tutti e non si deve essere sordi alla parabola del figliol prodigo, ma non deve essere premiato chi, seguendo il vento ,ha portato il suo obolo alla destra. Personalmente ritengo che in questo momento storico e con l'attuale sistema elettorale, e ancor peggio con quello che vorrebbe imporre Berlusconi, sia finita la prospettiva e l'ipotesi dei tre poli, ma anzi occorra, almeno per il Lazio, una precisa presa di posizione in vista di una concezione bipolare, per creare la possibilità di alternanza fra opposizione e governo in cui sia determinante il peso del Ppi nella costruzione del Polo Democratico. In particolare, riteniamo essenziale un'opposizione serena, leale, costruttiva, senza pregiudizi, ma anche radicale e senza interessati tentennamenti, al governo Berlusconi. E questo non perché abbia al suo fianco Fini, poiché anzi occorre appoggiarne l'azione al fine di aiutarlo a liberare il suo partito da ogni traccia di riferimento al fa-

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