D~BIANCO ~ILROSSO 11f#1OHII Tempni uoviancheperla pastoralseocialedellaChiesa L e tornate elettorali che hanno recentemente cambiato il volto del sistema politico italiano ed avviato la seconda fase della nostra storia repubblicana (cosi •·•· preferiamo dire, al di là di ogni facile oblio e di ogni prematuro entusiasmo) saranno ricordate per aver sancito, in modo definitivo, non soltanto la fine di ogni giustificazione teorica e pratica dell'unità politica dei cattolici, ma anche la scomparsa di una presunta centralità cattolica in politica. Il versante ecclesiale Ovviamente le ragioni del pluralismo sono di tutto rispetto e interpretano con maggiore aderenza l'attuale passaggio storico della vita italiana. E d'altra parte, come già sottolineato altre volte, crediamo che «la distinzione della chiesa come comunità e di cristiani come cittadini, per quanto riguarda la partecipazione nelle realtà sociali e politiche, sancita autorevolmente in più luoghi della riflessione conciliare e post-conciliare, va percorsa fino in fondo, fino a produrre una partecipazione politica responsabile dei laici cristiani in un clima di reale pluralismo» (Il Regno 6/12/93). In questo quadro complessivo che si va delineando, la comunità ecclesiale è chiamata a rivolgere un'attenzione sia nei confronti delle diverse formazioni che espressamente manifestino la loro ispirazione cristiana, sia nei confronti dei singoli che imbocchino strade del tutto personali. È una linea padi Vittorio Ferla starale giustificata dal diritto dei laici a operare scelte autonome nell'esercizio delle loro capacità di discernimento e da una lettura dei segni dei tempi che assuma il bisogno diffuso di cambiamento e riconosca la richiesta di una nuova capacità inventiva. Proviamo, pertanto ad isolare alcune linee di strategia pastorale. Innanzitutto, va sottolineato che l'opzione storica dell'unità politica dei cattolici ha provocato l'accantonamento di molte energie significative all'interno della Chiesa italiana. È giunto il momento per una opzione di ascolto e di valorizzazione di queste energie taciute nella prospettiva di un confronto culturale fecondo fra i cattolici delle diverse aree politiche. In secondo luogo, si tratta di potenziare una sensibilità pastorale, anche strutturata, capace di offrire ai credenti specifici cammini di formazione. Si pensi, per esempio, alle iniziative di promozione della dottrina sociale della Chiesa, affidata poi alla mediazione dei laici impegnati, e alle Scuole di formazione sociale e politica, sia diocesana che non. Potrebbero rivelarsi, tutte queste, occasioni per stimolare una iniziativa duratura per la promozione dei diritti della persona. Inoltre, vanno sintonizzati al nuovo scenario tutti quegli strumenti (commissioni nazionali e diocesane di pastorale sociale, mass media, coordinamento di associazioni e movimenti ecclessiali, congressi, ecc.) che costituiscono un contributo significativo della Chiesa in ambiti che precedono e fondano l'impegno politico diretto. Potrebbe essere l'occasione per creare 31 un forum permanente dei cattolici impegnati nelle diverse forze politiche che sappia aprire, evitando i rischi di burocratismo e di strumentalizzazione, un confronto serio sulle sorti del Paese e della Chiesa in questo momento storico. Infine - ma si tratta della pietra basilare su cui si costruisce il futuro - resta il riconoscimento, non soltanto a livello di elaborazione teologica, ma anche nell'ortoprassi quotidiana, della responsabilità dei laici all'interno di un cammino sinodale della Chiesa. Ciò significa rimarcare l'opera di discernimento cui i laici sono chiamati circa la traduzione nella storia e nella società di valori e di principi. Anche per evitare i rischi connessi alla identificazione dei pastori come unica voce ed unico referente «politico» del cattolicesimo. Il versante culturale I cattolici italiani, prima di tutto a livello sociografico, devono ormai leggere ed interpretare un nuovo spartito: quello costituito dalla progressiva secolarizzazione della realtà italiana e dalla conseguente condizione di minoranza rispetto al restante panorama politico. Certo, una tradizione cattolica continua a permeare di sé la società, ma riemerge sollo forme politiche differenziate e spesso discordanti. Certo, il filone del cattolicesimo politico resite forte, ma si sfilaccia in una molteplicità di percorsi mai taciuti che oggi conoscono un'autonomia sempre più spiccata. Econoscono la frattura. Da ciò discende una necessaria rivi-
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