Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 52 - luglio 1994

zione e per far maturare questo consenso. In questo contesto si pone la riflessione sul riconoscimento definitivo della fine dell'esperienza dell'unità politica dei cattolici. Fine per altro già avvenuta da tempo e che solo per comodità di propaganda non si è voluta riconoscere. Questo riconoscimento non è solo un fatto conclusivo ma impone, a chi in questo mondo cattolico (pur con tutte le ambiguità che questo termine comporta) si riconosce, una riflessione sui comportamenti futuri, sulle prospettive d'impegno. Si aprono infatti due strade, ambedue legittime e forse non mutuamente esclusive: - la prima e più sperimentata strada è rappresentata dalla diaspora dei cattolici impegnati in politica nelle varie forze e realtà che sono presenti o si presenteranno sulla scena politica italiana. Questa scelta di fatto comporta l'insignificanza dell'esperienza, della tradizione e della cultura politica dei cattolici, del valore collettivo delle esperienze di impegno nella società civile e tra gli ambienti più deboli e quelli più sensibili della società. Comporta nello stesso tempo la possibilità di introdurre nelle varie componenti dello schieramento politico, attraverso l'impegno e la testimonianza personale, forti sensibilità e richiami etici e culturali. - la seconda strada consiste nell'offrire nella stagione dell'alternanza R~BIANCO ~ILROSSO 1111 # 1811 una pluralità di presenze organizzate provenienti dall'esperienza e dalla tradizione dell'impegno politico dei cattolici. Tali presenze avranno senso solo se sapranno svolgere, nell'ambito dei due schieramenti che si confronteranno, un ruolo di animazione e recupero valoriale, di attenzione profonda ai bisogni ed alle ragioni della «persona», della «comunità» e del «popolo». È auspicabile per uno sviluppo «alto» della vita politica italiana in questa fase che sia percorribile anche questa seconda strada. Nella stagione dell'alternanza è auspicabile una presenza organizzata di cattolici nello schieramento moderato e una presenza organizzata di cattolici nello schieramento progressista; ma non «partiti cattolici» che si proclamano tali solo per partecipare alla divisione della torta del potere in termini di seggi e di presenza, ma «presenze politiche» in grado di: - costituire un punto di riferimento culturale ideale e morale; - raccordare mondo politico e società civile; Un'importanza fondamentale rappresenta questa presenza nello schieramento progressista per assolvere a quei due compiti fondamentali ai quali si faceva riferimento in precedenza: - promuovere la partecipazione impegnata ed appassionata di tutte le componenti della società alla costruzione della nuova fase della vita politica; - contribuire a costruire il consen28 so convinto e maturo della stragrande maggioranza dei cittadini. Questa presenza organizzata dei cattolici nello schieramento progressista per la quale sono nati i CristianoSociali ed ha visto l'impegno di tante persone e tante realtà provenienti dall'esperienza associativa del mondo cattolico deve allargarsi ad altre realtà e componenti, deve rappresentare un punto di riferimento per quelle componenti dei «popolari» più attente alle ragioni della «solidarietà» e dei <<bisogni degli ultimi» rispetto alle ragioni del «potere» e degli «interessi», deve costituire un richiamo per chi disperso nelle diverse componenti politiche della sinistra cerca luoghi ed ambienti nei quali più facilmene riconoscersi e trovare motivi di identità, deve saper costruire canali privilegiati di dialogo e di confronto con le tante realtà di associazionismo, di volontariato presenti sul territorio in mezzo alla povera gente, deve saper ricostruire il consenso opponendo al potere persuasivo unidirezionale del mezzo televisivo il pofere dialogico della parola del confronto «faccia a faccia». Il passaggio dalla fine dell'unità politica dei cattolici ad una molteplicità di presenze organizzate di cattolici impegnati in politica significa, in questa stagione della Repubblica italiana, un passaggio per i cattolici da una logica legittima di «potere»ad una logica di «servizio».

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