qualche passo in avanti per operare una maggiore convergenza dei cattoprogressisti. Tanto più che tutti siamo alla ricerca di sviluppi più adeguati all'attuale situazione. Questo è senz'altro vero per quanto riguarda noi della Rete, ma credo che ciò valga anche per altri gruppi. Al termine di questo cammino forse si potrà verificare una ricomposizione di tale tradizione politica e una sua maggior visibilità e influenza, senza nessun integrismo di ritorno, nel dialogo e nella collaborazione stretta con altre eredità ideali. Non è obbligatorio che questo incontro avvenga per forza in un nuovo soggetto ideologicamente connotato, in una e una sola proposta catto-progressista onnicomprensiva. Si può anche pensare ad altro, come a forme elastiche di incontro e confronto. L'importante è muoversi in tale direzione e tappare la bocca a chi insiste a sostenere che a sinistra, per i cattolici, {)!LBIANCO ~ILROSSO 1111 # 111 c'è solo un destino di emarginazione e di incoerenza. A proposito di coerenza con la fede e con la dottrina sociale della Chiesa, ci sono alcuni punti decisivi di verifica dell'intera operazione «sinistra del duemila». Sono i nodi cruciali del ruolo della politica per creare sviluppo armonico per tutti; del ripensamentorilancio dello Stato sociale; del recupero della legalità, quale vero «potere dei senza potere»; dell'impegno per la pace coniugato alla capacità di prevenzione e di gestione dei conflitti reali; della invenzione di soluzioni legislative equilibrate, e non laiciste, nei delicatissimi campi del divorzio-aborto-eutanasia; della costruzione di un sistema di regole, di controlli, di garanzie per il mercato e per la creazione di forme di democrazia economica; della rilegittimazione della partecipazione al di là della semplificazione della democrazia maggioritaria e delle tendenze leaderistiche e telecratiche. C'è molto da fare. E non possiamo permetterci di fallire: il fallimento di questa operazione storica non sarebbe tanto la dissoluzione della presenza cattolica nel Paese - che non dipende affatto primariamente sull'efficacia dei laici cattolici impegnati in politica - ma il definitivo allontanamento di gran parte della società italiana dalle proprie radici. Il futuro del nostro Paese deve essere rosso e bianco, soprattutto bianco. Anzi, la sinistra andrà al governo in Italia solo quando avrà un leader cattolico - che non abbia mai votato Pci! -, di estremo rigore morale, di grande competenza tecnica, con una forte capacità di sintesi fra le ragioni dello sviluppo economico e l'attenzione ai poveri. Prima o poi finirà questa notte. Forziamo l'aurora a sorgere. Perchéilnuovononsiavecchio: il contributdoienergiecattoliche L' annuncio dell'ultimo numero de «Il Bianco & Il Rosso»rappresenta quasi simbolicamente la conclusione della prima fase della esperienza democratica e repubblicana nel nostro paese. «Il Bianco & Il Rosso»ha accompagnato questa conclusione con grande lucidità e passione civile fornendo il proprio contributo critico e costruttivo sui temi delle istituzioni, delle prospettive politiche soprattutto in campo sociale, della questione morale, del rinnovamento delle forze politiche. di Riccardo Della Rocca Ora il passo dal vecchio al nuovo sembra compiuto. Oggi ci affacciamo ad una nuova fase, gli eventi internazionali, la fine del socialismo reale, e nazionali, tangentopoli ed il fenomeno regionalista, hanno chiuso definitivamente una stagione politica. Ma questo non significa che si sia entrati nella nuova fase in modo certo e definito. La società italiana ha solamente iniziato la sua «lunga marcia» verso una nuova, speriamo democratica, stagione politica della sua storia. - L'esito di questa lunga marcia non è garantito da nessun miracolo 26 istituzionale. Certamente nuove regole elettorali, un nuovo assetto dei poteri istituzionali potranno favorire un più agevole passaggio ad una stagione più matura caratterizzata dal regime del- !' alternanza; ma le regole costituiscono solamente il telaio, il tessuto connettivo, su questo debbono intessersi le ragioni della politica, dei valori, dei programmi, del consenso. - L'esito di questa lunga marcia non è garantito da nessun miracolo giudiziario della magistratura. Certamente l'essersi la magistratura liberata dalla soggezione verso il potere politico, l'aver assunto una maggiore deter-
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