Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 52 - luglio 1994

mente ispirati già potenzialmente contenuti nella nostra Costituzione. Le alleanze di governo, serie purché politiche e non elettorali, verranno su queste più solide basi contrattate e D.!J.. BIANCO ~ILROSSO ox,ssoaa scelte dai cittadini, non cancellando ma rispettando il pluralismo politico presente nel Paese senza cadere in grandi confuse polarizzazioni e senza inciampare in mosaicidella frantumazione. Su questo piano si aprono gli spazi per una responsaeile riforma del sistema elettorale, che è strumentale regola non solo per la governabilità ma anche per la rappresentatività. Nellatransizionleungaunruolo essenzialespetta ncheanoi ncora una volta le no- A stre capacità previsionali, come osservatori più o meno professionali della politica, sono state messe a dura prova. Nessuno è stato in grado di prevedere il cambiamento intervenuto nel sistema politico italiano attraverso le ultime elezioni politiche. Nessuno è stato in grado di prevedere il raggiungimento dei massimi livelli del sistema politico da parte di un movimento e di un leader che erano apparsi in modo esplicito sulla scena politica da non più di tre mesi. Al momento è arduo stabilire se questa operazione verrà analizzata in futuro più dagli studi di marketing o dai manuali di scienza politica. È certo comunque che avrà un grande rilievo in entrambi gli ambiti disciplinari. Forse è poco per consolare gli sconfitti dalla competizione elettorale, ma tant'è. La difficile prevedibilità degli eventi politici è ancor più accentuata da quella non comune instabilità elettorale che si è andata manifestando nel corso delle vicende elettorali dell'ultimo anno. Una instabilità provata anche dai risultati della tornata elettorale amministrativa di giugno. Non facile prevedibilità degli eventi politici ed alta volubilità degli elettori, od almeno alta sensibilità dell'elettorato ai cambiamenti che si presentano nelle di Gian Primo Cella liste e negli schieramenti elettorali, sono entrambi caratteristiche di una fase di transizione. E questa fase, per quanto attiene ali'esperienza della Repubblica italiana, è appena iniziata. A complicare il quadro delle vicende politiche contribuiscono inoltre alcune caratteristiche della maggioranza e della compagine di governo. Non poche sono le preoccupazioni che sorgono in chi ha cuore non solo il funzionamento ma anche la legittimazione profonda di un sistema democratico. Non si vuole con queste preoccupazioni mettere in dubbio la legittimità del processo elettorale con il quale si è affermata la maggioranza. .v· C-4~, -------~, 22 E tuttavia le grandi democrazie vivono anche su delle regole non scritte. Anzi sono forse proprio queste le più importanti. In fondo, come dicevano alcuni grandi teorici sociali del secolo scorso, studiando il sorgere delle società industriali, quello che fonda un contratto è fuori del contratto. Così per alcuni versi accade alle regole sulla divisione dei poteri. La violazione o l'accantonamento di queste regole genera sempre una certa inquietudine. È proprio la sensazione che prende, o potrebbe prendere, quando vediamo un militare, un magistrato, un prelato entrare in politica. Ed è un poco quello che accade quando, nelle società pluraliste, entra in politica un grande imprenditore, o un protagonista della cultura di massa. Ed è la sensazione che si rafforza quando assistiamo all'ingresso sulla scena di un grande imprenditore dei mass-media. Ma con queste preoccupazioni ho l'impressione dovremo convivere, ed anche vigilare, se mi si permette l'uso di un verbo inguaribilmente rétro. Anche queste preoccupazioni identificano una fase di transizione. Queste fasi, inoltre, sono segnate da una alta instabilità negli stessi ruoli dei protagonisti. La forza che ha iniziato la transizione non ha nessuna garanzia di rimanere al governo anche nel periodo della instaurazione delle nuove regole, od in quella finale del consoli-

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