Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 52 - luglio 1994

senza riscontro nella volontà reale degli elettori, estremo tentativo di esorcizzare le conseguenze della scelta del maggioritario. È lecito, in un panorama del genere, ritenere fissato uno dei poli dell'alternativa, quello di destra, e indirizzare gli sforzi per definire l'altro polo, quello di una sinistra credibile e, come dice Ruffolo, utile al capitale? Se davvero siamo in una condizione di transizione, allora i giochi non sono tutti chiusi. Le scelte elettorali possono essere interpretate come una sorta di una fuga in avanti di massa, in cui si è espressa la volontà di dare una risposta in termini di modernizzazione, di correttezza e di efficienza ad alcuni nodi di fondo del Paese, come lo squilibrio ormai insostenibile dei rapporti sviluppo sul piano territoriale, la mancata attuazione di un diritto fondamentale di cittadinanza come la partecipazione al lavoro. Occorre perciò evitare gli eccessi di semplicismo nell'analisi, riducendo a un unico denominatore negativo comportamenti assai diversi nelle loro motivazioni. In realtà si tratta di identificare i vettori sui quali una progettualità politica nuova in Italia possa definirsi concretamente: - la riscoperta delle autonomie e la loro effettiva valorizzazione sul piano sia territoriale che sociale; - il riconoscimento e il sostegno a tutto quanto corrisponde a valori di iniziativa e di responsabilità, snidando quelle posizioni e quella cultura della rendita che non hanno valenza solo finanziaria; - il governo delle risorse secondo logiche di flessibilità e di mobilità, senza le quali una società finisce per restare ingessata, fatte salve quelle valvole di compensazione nel sommerso in cui noi italiani siamo specialisti; - la rilettura del valore della solidarietà nella prospettiva di un welfare ridisegnato negli obiettivi, più leggero negli apparati, più impegnativo sotto il profilodelle responsabilità di tutti i soggetti - cittadini, operatori, utenti-. Possiamo ritenere all'uopo vettore {)!LBIANCO ~ILROSSO 1111-11Mli idoneo quello sperimentato nelle elezioni amministrative dell'anno scorso? Non mi sembra che quella del cavallo di ritorno possa essere una buona scelta, non foss'altro perché proprio a questa si potrebbe attribuire l'effetto di rimbalzo a favore di Berlusconi. In realtà è sul centro che si gioca la competizione politica e non penso solo ai popolari e ai pattisti, la cui somma 19 pura e semplice col Pds non torna in termini politici prima ancora che in quelli numerici. Se la sponda di sinistra rimane il pur rispettabile Pds che conosciamo, essa non può dare un appoggio agibile politicamente. Occorre sovrapporre all'esistente una formula e una leadership, che sappia offrire una speranza di qualità migliore in ordine alla quale ottenere il consenso di quanti chiederanno risposte più convincenti sui grandi temi della convivenza collettiva, dal fisco al lavoro, dal debito pubblico al welfare, dall'impresa alla partecipazione, dall'ambiente alla flessibilità, dalla famiglia alle qualità della vita, dall'informazione alle tante altre forme di manipolazione e cosi via. Un'ultima considerazione circa l'esperienza politica del cattolicesimo democratico. Come tale essa si è conclusa ed è ingenuo proporre una stagione di preparazione e di attesa per potersi riprendere i voti che qualcuno ha detto «usurpati». Questo non vuol dire che da quel tronco non si possa aver una nuova gettata capace di fertilizzare un terreno di cultura politica assai arido. Occorre però darsi lo strumento per passare dall'azione culturale a quella politica; e quello del Ppi sembra finora poco innovativo e con pochi titoli sotto il profilo della discontinuità. Anche da questo angolo visuale, si deve riconoscere che altri soggetti in politica hanno fatto movimento in questi anni. La tentazione che possono avere è quella di rilanciare ancora la palla in avanti, alla ricerca di una semplificazione che riduca la politica ai minimi termini. Non ci si può limitare a esorcizzarla con un gioco di sola difesa, bisogna competere mediante una proposta più credibile nelle idee e nelle persone, mettendo in gioco le residue presunte sicurezze e raccogliendo la sfida a concorrere alla costruzione un assetto istituzionale e di un modello di convivenza sociale coerente con la domanda del Paese.

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