proprio ruolo tradizionale. Oggi abbiamo invece bisogno di tutt'altro. Vi è una scuola pubblica penalizzata da un eccesso di uniformità e dall'identificazione del concetto di pubblico con quello di statale, quando invece in molti ambiti si ragiona ormai senza problemi di uno Stato regolatore più che gestore diretto. Vi è una scuola priDl.LBIANCO W,.ILROSSO 1111 @1111 vata che ha bisogno di essere qualificata con standard oggettivi quali possono provenire dalla regolazione dei poteri pubblici, sempre che voglia considerarsi come esercitante una funzione pubblica e non solo come l'espressione di una pura autonomia sociale. Vi è quindi un terreno per sintesi nuove, per un sistemapubblico plurale ed efficiente. Questi sono i processi da aprire per realizzare una prossima alternanza di Governo. Non vedo come essa possa infatti realizzarsi senza una fecondazione reciproca tra queste componenti che vengono da lontano, ma che hanno oggi bisogno di un forte ammodernamento culturale, maturabile solo nella ricerca comune. Il veronuovosicostruisce sugliurgentibisognisociali D opo la doppia sconfitta elettorale delle forze progressiste e l'impennata di Forza Italia non è pensabile costruire lo schieramento alternativo alla destra e superare l'inevitabile disorientamento senza saldi ancoraggi non solo nella continuità del processo politico comunque avviato in questi mesi, ma ancor più in valori di fondo e priorità strategiche che rendano chiari e concreti i contenuti dell'alternativa. Ed in uno schieramento che si richiama alle variegate tradizioni della sinistra italiana, ma che soprattutto vuole rispondere ai problemi della società di oggi, non può essere ancora una volta sottovalutata e marginalizzata la cosiddetta questione sociale. Antica questione che si ripropone in forme inedite in tutte le società industrializzate che, anche nei momenti di più forte sviluppo, non sono riuscite a vincere le povertà tradizionali, assicurare cioè una casa, un lavoro, un reddito a tutti. E che oggi si misurano con il dilagare di nuove povertà frutto del disagio diffuso, dell'impoverimento delle relazioni sociali, della crisi del modello famiglia e soprattutto con gli squilibri di Augusto Battaglia economici e demografici del pianeta che non si possono certo fronteggiare con le meschine risoluzioni dell'Unione Europea. Nel dibattito sulla Seconda Rei:,\.ibblica anche la sinistra ha eccessivamente indugiato sui temi istituzionali ed elettorali, quasi si potesse affidare alla sola architettura istituzionale il ricambio del ceto politico e la soluzione dei problemi della gente. Non era stato così per la Prima Repubblica che nasceva certo dalla Resistenza e dal referendum, ma che si concretizzava in una Costituzione forte di principi solidaristici e democratici: l'Italia fondata sul lavoro, la repubblica che rimuoveva gli ostacoli, che ripudiava discriminazioni e guerre. Dopo il decennio craxiano e Tangentopoli ciò che sognavano i minatori del Sulcis, i cassintegrati, i giovani senza lavoro, gli sfrattati non era certo il collegio uninominale ed il recupero proporzionale. E se in tanti hanno ceduto alle lusinghe di Berlusconi è stato anche per la scarsa incisività dell' accordo programmatico dei progressisti sui temi sociali. La Seconda Repubblica doveva rappresentare la democrazia compiuta, non solo quindi regole 14 di rappresentanza, ma capacità digarantire tutela dell'infanzia, integrazione delle persone handicappate, istruzione, cultura e lavoro per i giovani, sostegno alle famiglie, assistenza agli anziani. Capacità di rispondere senza furbizie ed opportunismi alla sfida dell'immigrazione, affrontando con coraggio, su basi nuove, i problemi dello sviluppo e della democrazia di quelle parti del mondo in cui dilagano fame, violenza e malattie, senza attendere altre Albanie, altri Rwanda, altre Somalie. Senza questi connotati non solo perde sapore la proposta dei progressisti, ma viene meno il fondamento della democrazia lasciando campo libero agli egoismi, ai corporativismi, all'intolleranza ed a preoccupanti forme di imbarbarimento dei rapporti. Che altro sono le ormai ricorrenti aggressioni agli immigrati e comunque ai diversi se non avvisaglie di pericolosi processi degenerativi in atto? E come non vedere nell'affermazione della destra, soprattutto di Alleanza Nazionale, la manifestazione anche di un disagio diffuso che sfocia nell'intolleranza, in una richiesta d'ordine che può ulteriormente evolvere nella voglia di semplificare le regole democratiche,
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