Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 51 - mag.-giu. 1994

{)!LBIANCO ~ILROSSO Mikidl•li vest: ambiguità, reticenze, esibizioni che inquietano l'Europa e l'Occidente, trasformano l'Italia da sorvegliata speciale per rischio comunista in sorvegliata speciale per rischio neo-autoritario-videocratico-fascisteggiante con pericolose tendenze al separatismo. Insomma, non ci si capisce nulla. Le tentazioni separatiste, o perlomeno di federalismo spinto, della Lega sono definitivamente accantonate, come teme Miglio, o solo tatticamente rinviate, come giura Bossi? E sul fascismo, per quanto possa apparire stanca e stucchevole questa polemica, la rottura di Fini arriva fino al punto di dire che è stato un bene che quella guerra non l'abbia vinta il nonno di Alessandra, o ci si ferma molto prima, per esempio, alla riaffermazione che il Cavaliere (l'altro, Benito) è stato il più grande statista del secolo? Quanto al rapporto Fininvest-Forza Italia-Governo, davvero dobbiamo accontentarci della parola del Berlusca, in barba a quella rivoluzione liberale i cui propagandisti (o meglio sarebbe dire quei pubblicitari) ignorano essere fatta di regole imparziali chiaramente codificate e non di strizzatine d'occhio e gomitate ammiccanti? È questa incertezza dell'area di governo uno dei fattori che spiegano anche l'incertezza dell'area dell'opposizione. Con chi abbiamo a che fare, noi progressisti: con un governo conservatore - il primo dichiaratamente tale della storia dell'Italia repubblicana - che ci costringerà alla dura legge del «pane e acqua» che spetta all' opposizione in ogni democrazia dell'alternanza; o con un nascente regime, tipo Mussolini nell'ipotesi più tragica, o tipo Caf in quella più blanda? È evidente che la risposta più plausibile è che si tratti di un governo conservatore liberale, dai molti tratti di continuità col regime partitocratico e con qualche tratto di nostalgia, al momento più retorica che pericolosa, per il regime fascista. Ma l'ambiguità Berlusconiana fornisce alibi a manciate a quell'anima della sinistra, diffusa ben oltre i confini della sinistra estrema, che teme di non sapere recitare il difficile compito dell' op6 posizione e quindi spera di poter contare sul!'alibi eroico di una nuova resistenza. Analoghi effetti produce l'ambiguità berlusconiana su ciò che resta di un sogno centrista, dilaniato e paralizzato dalla tensione tra le opposte tentazioni della demonizzazione del Cavaliere e della subalternità alle sue categorie interpretative. Anche coloro che, nel Pp e nel Patto, vedono Berlusconi come il male radicale, e quindi scomunicano quanti, a grappoli, si dirigono verso di lui, non riescono a darsi una prospettiva politica che non subisca l'egemonia culturale della nuova destra: a cominciare dal giudizio sulla sinistra, con la quale non si vuole dar vita ad un tavolo di confronto, anche serrato e conflittuale, ma si vuole riproporre uno steccato ideologico. Il centro si divide così tra quanti con Berlusconi vogliono trattare subito e quanti pensano si possa meglio trattare domani: i primi, con l'obiettivo di sedersi subito al tavolo della destra, alla quale pur di sopravvivere sono disposti a concedere subito il èertificato-Westminster; i secondi, notoriamente incuranti del principio di non-contraddizione, con l'obiettivo invece di ricostruire un grande centro, da Forza Italia ad Alleanza democratica, e di fare di esso un argine àl Far West, come se non fossero stati proprio i governi «del centro» gli infaticabili registi del lungo western italiaho. Tanta è la confusione sotto il cielo e tuttaltro che eccellente è quindi la situazione per chi spera in un'evoluzione democratica del caso italiano. Ma la polvere e il fumo della battaglia, la più aspra battaglia politica italiana dopo il '48, si diraderanno nei prossimi mesi. Gradualmente, si capirà di che pasta è fatto davvero questo governo. E gradualmente, si chiariranno anche le idee in testa a progressisti e centristi. Nel frattempo gli italiani staranno a guardare. A Berlusconi hanno consegnato un grande potere, un po' guardando Westminster un po' facendo finta di non vedere il Far West. Ma non gli hanno dato una delega in bianco. Gli esami verranno presto e saranno severi. Sta a chi ha perso le elezioni fare di questi esami un'opportunità per il futuro.

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