Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 51 - mag.-giu. 1994

{)!LBIANCO ~ILROSSO •N8Pi1Jl ll•ld( 1~1•1•11 Unanuovasinistra inAmericaLatina a storia dell'America Latina è segnata da tre generazioni di organizzazioni politiche della sinistra. L La prima nata sull'onda della rivoluzione russa, quando si formarono, in quasi tutto il continente, partiti comunisti che sostituirono le organizzazioni socialiste degli albori o, come nel Brasile, le correnti anarco-sindacaliste. La seconda, a partire dalla rivoluzione cubana, negli anni '60 e in parte degli anni '70, originata da scissioni dei partiti comunisti o delle correnti nazionaliste-populiste (il peronismo in Argentina, l'Apra in Perù o !'Ad in Venezuela), in cui espressione fondamentale fu la guerriglia urbana o rurale. Una terza generazione viene sviluppandosi a partire dagli anni '80 ed è caratterizzata da importanti differenze con le «ondate» precedenti. Questa non sorge, come nei casi anteriori, sotto l'influenza degli effetti politici ed ideologici di due rivoluzioni vittoriose - la russa e la cubana - , che esercitarono a suo tempo un considerevole potere di attrazione. Al contrario, la terza generazione emerge quando questi due paradigmi cominciano ad evidenziare segnali di crisi, che porteranno l'Urss e l'Europa dell'Est al collasso politico e Cuba all'impasse attuale. In parte rispetto al passato, queste nuove organizzazioni politiche della sinistra non sono - tra di loro - omogenee sul piano politico-ideologico, e nemmeno all'interno di ciascuna di esse. Infatti non sono il prodotto di una di Marco Aurelio Garcia strategia prestabilita a livello intellettuale. In alcuni casi - Frente Farabundo Marti in Salvador e M 19 nella Colombia - sono basicamente espressione di revisioni radicali di strategie cresciute con la lotta armata. In altri casi - come PT in Brasile e, in qualche misura, Causa-R in Venezuela - corrispondono a processi nei quali emergono soggetti e movimenti sociali, che passano ad incidere fortemente sulla scena politica. Negli esempi come quelli della Frente Ampia uruguaiana o del Prd messicano, l'enfasi è nella riformulazione del sistema politico, con implicazioni sul piano della riforma sociale. In tutti i casi, e questo fenomeno è visibile nel congiunto della America Latina, predomina una forte adesione alla democrazia, intesa non più come «strumento» o «lappa», ma come «mezzo» e «fine», cioè come valore strategico. Questa adesione ad una democrazia senza aggettivi, ha avuto profonde implicazioni nella struttura interna di queste organizzazioni, che hanno rotto cor. la gerarchia burocratica dei vecchi partiti comunisti o con la concezione militare della sinistra armata. Si sono creali in ciascuno di questi partiti canali di compatibilizzazione delle differenze, se non in alcuni casi delle divergenze, a partire da matrici ideologiche diverse. L'attrattiva per la democrazia politica non ha significato, però, perdere di vista il tema della riforma sociale. Al contrario, l'evoluzione del quadro lati58 no-americano sta mostrando che la pricipale minaccia alla democrazia politica è oggi l'assenza di democrazia economica e sociale. Per questa ragione, questa nuova generazione di sinistra latino-americana si è collocata in aperta opposizione tanto al vecchio nazionalismo «populista» - autoritario, statalista e concentratore dei redditi - quanto alla avventure neo-liberiste in corso nel continente. Per realizzare i loro festeggiati risultati economici, i paesi nei quali si sono applicate le strategie neo-liberiste sono stati sottomessi a sanguinose dittature militari - in Argentina, in Cile e in Bolivia - o ad un regime di partitoStato, come quello messicano, che ha consentito i processi di apertura indiscriminati, la de-industrializzazione, l'appropriazione privata e il prosciugamento delle risorse dello Stato, con la distruzione dei sindacati e delle organizzazioni popolari. La terza generazione della sinistra latino-americana si deve, quindi, confrontare con la duplice difficoltà di costruire uno Stato di diritto, democratico e di implementare progetti nazionali di sviluppo, che vincano l'apartheid sociale nei loro paesi, promuovino una integrazione armonica del Continente, permettendogli un inserimento sovrano nel mondo, che aggiri gli ostacoli del nuovo (dis)ordine internazionale sorto dalle ceneri della· guerra fredda. Traduzioneitalianadi GianniAlioti

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