{)!LBIANCO ~ILROSSO Fuci'94:Chiessainodaleeprogettuale Italiasolidaledemocratica di Vittorio Ferla A ncora una volta, secondo la tradizione di impegno culturale che la contraddistingue, la Fuci ha fatto sentire la sua voce nel dibattito odierno attraverso la celebrazione del suo 52° Congresso Nazionale intitola «Reciprocità e riconoscimento. Ironici, stupiti viaggiatori fra i conflitti della complessità», svoltosi a Pavia dal 21 al 24 Aprile scorso. Preparato da un percorso di elaborazione culminato nella redazione delle Tesi congressuali, questo momento - il più alto nella vita della Federazione - ha raccolto e rilanciato nel- !' attuale panorama culturale alcune tracce feconde di riflessione con l'aiuto di insigni esperti. Proviamo ad isolarne qualcuna, privilegiando quelle che più sono proprie allo stile e al!'esperienza fucina: Chiesa, Università, Paese. 1) La riflessione sulla Chiesa, fatte proprie le chiavi di lettura di relazionalità e reciprocità e scelta la sinodalità quale idea-guida e modello ecclesiologico, ha condotto alla proposta di rea - lizzare un «Sinodo delle comunità ecclesiali che sono in Italia» entro la fine degli anni '90. Il Convegno Ecclesiale di Palermo, previsto per il '95, dovrebbe essere una tappa ulteriore nella quale rinnovare e rafforzare l'intento. Partendo dai fondamenti teologici e ecclesiologici del Vaticano II attualizzati nel contesto delle tematiche teologiche e delle realtà ecclesiali contemporanee, il tema della sinodalità si svolge secondo una prospettiva di incarnazione nella storia, in uno stile di corresponsabilità fra tutte le componenti della comunità ecclesiale. Infatti, stile e pensiero sinodale sono, innanzitutto, il «camminare insieme» all'interno della Chiesa nella presa di coscienza da parte del popolo di Dio tutto intero del suo mandato di speranza nella storia. 48 La sinodalità è, quindi, novità di rapporto tra le soggettualità ecclesiali (laici e pastori), costituite nella medesima dignità, secondo uno stile di dialogo e reciprocità nella formazione, nella correzione, e nelle azioni pastorali. Ed è adesione all'ecclesiologia di comunione nell'instaurarsi del «circolo virtuoso» tra communio ecclesiae e communio ecclesiarum. Così, la condivisione della storia degli uomini secondo lo stile apostolico dell'inculturazione della fede e della ecumenicità della Chiesa quale tenda accogliente per ogni uomo e per tutti gli uomini diventa cifra di un cammino sinodale. E la Chiesa italiana? L'analisi della Fuci circa i rischi di tradimento di scelte e di stile si orienta alla promozione di una rinnovata reciprocità ecclesiale, alla ricerca di una disponibilità sincera al dialogo. Da questo particolare punto di vista tre sono gli ambiti di attenzione emersi. Il primo è la riscoperta della scelta religiosa e della sua prassi. Contro le critiche verso di essa, occorre recuperare il significato di «scelta vocazionale della fede» secondo lo stile della mediazione culturale e insieme come stimolo per la funzione socio-critica della Chiesa. Tutto ciò inscrivendosi all'interno di un'analisi della storicità propria della scelta religiosa, capace di aprirsi alle «nuove frontiere» del mandato ad gentes, e insieme di compagnia agli uomini sulle strade e negli ambienti, senza timori di contaminazioni e senza chiusure di fronte alla diversificazione delle culture nuove e «altre» che pure rappresentano il contesto del!'evangelizzazione. Il secondo ambito è lo smascheramento dei conflitti celati o sclerotizzati tra le componenti ecclesiali e il conseguente tradimento della comunione e del mandato apostolico di annuncio della Buona Novella. È frequente il rischio di una «politica» degli
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