D!LBIANCO ~ILROSSO possibile anche dal fatto che i responsabili dei partiti tradizionali non hanno saputo rispondere, in maniera soddisfacente, al desiderio legittimo del popolo italiano per un rinnovamento radicale della classe dirigente e quindi non hanno saputo dimostrare che l'episodio aberrante, di quello che oggigiorno è conosciuto come Tangentopoli, altro non era che una parentesi, tremenda negativa, ma pur sempre una parentesi nel corso di una lunga storia fatta di difficoltà certa, ma anche di cose buone e a volte gloriose. Ma credo che sarebbe un grosso errore, sarebbe un dimostrazione di miopia, se mettessimo il risultato elettorale unicamente sul conto di Tangentopoli. Tangentopoli non ha fatto che accelerare un processo inarrestabile condizionato dall'incapacità della classe politica italiana, di interpretare gli avvenimenti politici ed economici che hanno e che stanno cambiando il mondo. Io penso che dobbiamo avere fiducia nel popolo italiano. Dobbiamo avere fiducia nel popolo italiano perchè accettando, come dicevo prima e come è doveroso il verdetto elettorale, credo che possiamo dire che questo verdetto elettorale è molto di più il risultato dei demeriti di quelli che hanno perso, piuttosto che il risultato dei meriti di quelli che hanno vinto. Se questa analisi è vera come credo sia vera, penso allora che possiamo celebrare il 25 aprile, con amarezza certo, ma anche con grande speranza. lii 45 Con grande speranza a condizione che i rappresentanti di quelle forze progressiste che continuano ad ispirarsi ai valori della guerra di liberazione sapranno inanzittutto tirare le conclusioni corrette per quanto dolorose esse siano sulla questione Tangentopoli e sul bisogno di ricambio radicale di quella classe dirigente direttamente o indirettamente implicata. Ma con grande speranza soprattutto se queste forze politiche progressiste interpretando correttamente gli avvenimenti politici ed economici della fine della guerra fino ai nostri giorni, sapranno arrivare alla logica conclusione e cioé che le vecchie polemiche e le divisioni che si perpetuano fino ai nostri giorni sono diventate assurde e assolutamente obsolete. Il mondo progressista deve rigenerarsi superando quelle divisioni oggi senza senso ma sulla base di un progetto chiaro e senza equivoci dimostrando di tenere conto degli insegnamenti dettati dai cambiamenti profondi intervenuti sul piano politico come su quello economico e dunque con risposte precise ai problemi della società. Se sapremmo avere fiducia in noi stessi, se sapremmo «approfittare» del risultato elettorale del 27-28 marzo, per dare quindi contenuti concreti e realisti al nostro essere progressisti (e questo non vale solamente per il nostro Paese) potremmo, ne sono certo, indicare con successo agli italiani che i valori della Resistenza restano oggi più che mai di grande attualità.
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