{)!.LBIANCO ~ILROSSO ••~IP a ;WH~PI • po a causa del livello insufficiente di istruzione; a causa del livello insufficiente di cure sanitarie; a causa del livello insufficiente di educazione. Nelle grandi regioni povere del mondo, un bambino su sei muore prima di raggiungere l'età di 5 anni. Tre milioni di bambini muoiono ogni anno a causa della mancanza di acqua potabile. Nella maggioranza di questi paesi poveri c'è mediamente un medico ogni 30 mila persone quando nei paesi industrializzati ce n'è mediamente uno ogni 450 persone. La speranza di vita nei paesi poveri non supera i 40 anni allorchè nei paesi industrializzati supera i 70. In questi Paesi solo una persona su 5 sa leggere e scrivere. Nei paesi industrializzati le differenze sociali si stanno considerevolmente allargando. Si calcola che il 20% del gruppo sociale meno favorito gode solamente del 2-3% del reddito nazionale. Ma se le differenze sociali all'interno dei paesi industrializzati si sono allargate, la differenza tra i paesi industrializzati ed i paesi poveri del terzo mondo è diventata un abisso. Questa politica di economia di mercato di capitalismo primitivo imposta nei paesi dell'ex blocco comunista ha finito par aggravare il disastro economico e sociale di questi paesi con conseguenze politiche incalcolabili. Nei Paesi ex comunisti, oggi, buona parte della popolazione è convinta che per molti aspetti economici e sociali forse era meglio quando era peggio. Oggi, in questa parte del mondo le differenze sociali sono incredibilmente aumentate. Per la prima volta la popolazione conosce il fenomeno della disoccupazione, il fenomeno della fame e il livello di corruzione ha raggiunto limiti ancora più alti di quelli esistenti in precedenza. Per la prima volta in molti di questi paesi, si conoscono fenomeni come la Mafia e la violenza nelle strade. E ciò che è più tragico è che i nuovi ricchi, i nuovi capitalisti, sono per buona parte quelli che appartenevano alla vecchia nomenclatura. Non è raro che quanti hanno lottato e sofferto in favore della libertà e della democrazia durante il regime comunista, si ritrovino oggi marginalizzati. Questi sono in definitiva nel Nord come nel Sud all'Est come all'Ovest del mondo il risultato di quell'economia di mercato che è oggi più che mai associata al concetto di libertà, al concetto di democrazia. Nel Terzo mondo e nell'Europa dell'Est, il nu44 mero di persone disperate che emigrano verso i paesi industrializzati, in cerca di lavoro, aumenta di anno in anno. Nell'anno 1992, nella sola Unione europea il numero d'immigrati ha toccato la cifra record di 3 milioni. Questo fenomeno non fa che aggravare ancora di più la situazione del mercato del lavoro, con conseguenze economiche sociali e politiche gravissime. I movimenti antidemocratici a carattere razzi-- sta, xenofobo e fascista hanno guadagnato terreno in molti paesi europei, incluso il nostro Paese, l'Italia. La mia prima conclusione è che credo onestamente che dobbiamo tutti prendere atto, anche se con amarezza, che le divisioni, provocate dai conflitti ideologici, intervenute tra le componenti progressiste del Fronte di liberazione nazionale, al confronto con i fatti risultano divisioni e polemiche in nome di ideali che per quanto nobili (parlo evidentemente per quanti agivano in buona fede) non hanno avuto riscontri positivi con la realtà. Certo non possiamo sorvolare il fatto, anzi, che le cose nel nostro Paese sono state aggravate da fenomeni inimmaginabili di clientelismo, malgoverno e soprattutto corruzione che in maggior o minor misura hanno coinvolto tutte o quasi tutte le forze o meglio i rappre~entanti di quelle forze politiche, che avevano partecipato alla lotta di liberazione nel quadro del Fronte di liberazione nazionale. È oggi nostro dovere rispettare la volontà del popolo italiano, così come è stata espressa in occasione delle ultime elezioni politiche. Ma quanti hanno vivo il ricordo del 25 aprile 1945 e quanti hanno condiviso e condividono le motivazioni della lotta di liberazione non possono non sentirsi in qualche modo traditi da un risultato elettorale che ha dato all'Italia una maggioranza parlamentare composta da quanti hanno il recondito obiettivo di dividere il Paese con da una parte le regioni sviluppate e dall'altra quelle povere; da quanti si riferiscono a concetti mercantilisti neoliberalisti privi di ogni supporto filosofico umanista e finalmente da quanti direttamente o indirettamente si rifanno all'esperienza fascista. È probabilmente vero che questo risultato elettorale sorprendente e doloroso è stato reso
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==