Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 51 - mag.-giu. 1994

so, fragile la coesione nell'ambito di ciascuno e non arduo per il Presidente in carica provocare (a volte con la erogazione di favori, a scapito della correttezza della gestione amministrativa) spostamenti di voti a favore delle misure da lui sollecitate. Elezione simultanea Superando questa pregiudiziale e passando all'esame delle due soluzioni, non sembra dubbio che la preferenza debba andare alla elezione popolare del primo ministro, ciò soprattutto allo scopo di porre accanto a questo organo responsabile davanti al popolo dell'indirizzo politico di cui è espressione, un Capo dello Stato, che non desuma la sua investitura direttamente dal popolo, e quindi non in grado di arrestare l'opera del governo che tale investitura ha ottenuto, ma tuttavia competente ad intervenire, sia provocando arresti temporanei del corso di provvedimenti con richiesta del loro riesame, sia soprattutto giudicando in ordine alla scelta dei possibili modi di risoluzione dei conflitti che insorgano fra il Governo e il parlamento. Infatti non sembra da accogliere la tesi secondo cui, in ogni caso, tale conflitto debba dar luogo a scioglimento del parlamento ed alle contemporanee dimissioni del Governo. Certo la logica del sistema che si vorrebbe adottare richiede che i due organi, come sorgono, così cessino contemporaneamente; ma si tratta di vedere se la cessazione debba essere automatica per il semplice verificarsi del rigetto {)!LBIANCO a-L, ILROSSO I tlllllU~ I,~, HJ da parte del parlamento di misure considerate dal Governo corrispondenti all'indirizzo politico perseguito, o se invece non si renda più opportuno affidare ad un organo neutro e imparziale, come il Capo dello Stato, di esercitare un'opera di mediazione rivolta a far superare il dissenso, o comunque sia affidata a lui la scelta del momento dello scioglimento, e quindi consentendo per un certo periodo la permanenza in carica dei due organi pur non più concordanti tra loro: una specie di via mediana fra il sistema direttoriale che prevede in ogni caso la fissità della durata dei due organi supremi (ed in cui pertanto non si avverte l'esigenza d'un Capo dello Stato) e quello parlamentare che esige sempre l'accordo fra loro. Ma il punto sul quale preme richiamare di più l'attenzione è quello della predisposizione delle condizioni necessarie alla funzionalità del sistema ora considerato. L'elezione simultanea del Capo del Governo e del parlamento esige, da una parte, l'approfondimento dei problemi relativi ai sistemi da adottare per la medesima, e dall'altra la ricerca delle misure meglio idonee a prevenire futuri dissidi circa l'attuazione delle direttive sottoposte al corpo elettorale. Sotto il primo riguardo è da ritenere che, salvo il caso dell'ottenimento della maggioranza assoluta a primo scrutinio, debba procedersi ad un secondo scrutinio, ciò per conferire all'investito della carica più elevata dello Stato una base popolare sufficientemente ampia. Quanto poi ai metodi per l'elezione delle Camere, malamente ad esse sembrano prestarsi quelli di tipo proporzionalistico, a meno di non voler ritenere che le coalizioni di partiti, che sembrano rese necessarie in sede di elezione del primo ministro, non si riflettano anche sull'altra elezione, così da accostare in pratica il sistema a quello maggioritario. Si tratta poi di garantire in modo più efficace la permanenza, al di là del momento elettivo, di un accordo di fondo circa l'attuazione dell'indirizzo sul quale si sia riversata l'approvazione della maggioranza popolare. Occorre, affinché si realizzi il beneficio da tutti auspicato di un «governo di legislatura» che le linee fondamentali di quest'accordo siano sufficientemente semplici e ben determinate. Il che potrebbe ottenersi solo se si sottoponga al popolo non già uno dei soliti programmi generici e nebulosi, che di solito si sbandierano in occasione delle competizioni elettorali, ma un piano bene articolato e sufficientemente definito relativo ai problemi da affrontare nella legislatura che va ad iniziarsi, alla scala delle priorità da porre in ordine ad essi, ai mezzi, anche finanziari, ritenuti più congrui per la loro soluzione. E la fedeltà al piano nonché la bontà della sua esecuzione che consentono di far valere la responsabilità di coloro sui quali si è riversata la maggioranza dei consensi, e consentono altresì al corpo elettorale un giudizio consapevole sull'opera svolta alla fine del mandato, ed una motivata convinzione sulle nuove scelte da effettuare.

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