{)!LBIANCO ~ILROSSO 1111 >--•W a ;J Sìallo«Statdoelleautonomie» Noalla«Repubblicfeaderale» - I - 1 dibattito sulle procedure è strettamente legato all'ampiezza della revisione da operare. Resto convinto, come si era concordato tra le forze politiche nella scorsa legislatura, che si tratti di modificare solo la seconda parte, quella organizzativa, della Costituzione. Riaprire un contenzioso sui Principi, sulla prima parte, è sbagliato oltre che inutilmente lacerante. È sbagliato perché la sintesi dei valori comuni formulata nella prima parte è ancora pienamente valida e non superabile. È inutilmente lacerante perché inserisce, in un dibattito sul miglioramento organizzativo dei rapporti tra i poteri, dei fortissimi elementi di polarizzazone, tipici dei dibattiti sui principi, quando c'è invece bisogno di un clima sereno per discutere laicamente del rendimento di alcune soluzioni organizzativo-istituzionalirispetto ad altre. Se ci si conterrà in questo quadro di rinnovamentodella Repubblica, e non di semplicistica condanna del passato sin dalle sue radici, ci si accorgerà che non c'è una pregiudiziale contrapposizionetra le forze poltiche, che c'è materia di lavoro comune o, comunque, per maggioranze sui vari punti di merito non coincidenti con gli schieramentidi Governo. Ad esempio, sulla forma di Governo le proposte dei Progressisti, del Centro e della Lega si rifanno al modello delle grandi democrazie parlamentari; la ListaPannella e Alleanza Nazionale al presidenzialismo americano; Forza Italia al semi-presidenzialismo francese. di Luciano Guerzoni Sulla forma di Stato, se si eccettuano le posizioni estremiste in senso opposto della Lega (ai limiti del secessionismo) e di Alleanza Nazionale (forteI 27 mente centraliste), ci sono dei margini per un forte ed efficace decentramento regionale. Se però si volesse seguire l'opposta strada di uno scontro frontale, di una revisione più radicale, allora ciascuno si assuma le sue responsabilità, ricevendo un mandato chiaro - su questi temi - con la convocazione di un'Assemblea Costituente eletta con la proporzionale. Sulla forma di Governo resto convinto, come abbiamo proposto nel nostro programma elettorale, che bisogna rifarsi alle grandi esperienze delle democrazie parlamentari evitando, da un lato, il riproporsi di modelli consociativi e, dall'altro, lo strapotere delle maggioranze. Abbiamo già un buon modello, quello della legge sull'elezione diretta dei sindaci, a cui potremo rifarci, ferma restando la diversa dimensione di scala. Il punto di riferimento centrale deve essere il potere di scelta del cittadino elettore, che deve poter scegliere direttamente Ira proposte alternative senza eccessive intermediazioni delle forze politiche, ma che deve anche essere difeso da alterazioni del gioco legate ad eccessivi poteri economici o informativi che potrebbero creare nuove e più sottili forme di autoritarismo. È evidente che il nostro Paese ha bisogno di una vera ed effettiva responsabilizzazione delle capacità di autogoverno attraverso un decentramento regionale autentico e non formale, a differenza di quello che abbiamo sperimentato sino ad oggi. Questa esigen-
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