{)!LBIANCO ~ILROSSO 1111 )-'ffl i H;I Riforme:trapresidenzialismoe federalismo,maconattenzione L' art. 138attraverso tutta una serie di limiti alla revisione (a cominciare dalle maggioranze speciali richieste, da quella assoluta che non è quella semplice richiesta per le deliberazioni ordinarie fino a quella dei due terzi) non blocca assolutamente ipotesi di revisione anche ampia del testo costituzionale, purché si resti nel limite dei principi fondamentali dell'ordinamento. L'art. 138, escludendo il referendum per le riforme approvate coi due terzi, indica però una chiara strada preferenziale, quella di costruire le riforme con maggioranze più larghe di quella di Governo, permettendo però la subordinata di riforme a maggioranza nel caso che la via principale fallisca. Mi sembra che vari esponenti delle forze uscite vincitrici dalle urne, e peraltro disomogenee in modo particolarmente significativo proprio su questi temi, abbiano da subito proposto quella che è una subordinata (le riforme a maggioranza) come la via maestra, capovolgendo la logica del 138 più che singole norme. Di fronte a questi atteggiamenti l'opposizione progressista ha comunque il dovere di assumere un atteggiamento propositivo, rilancio le proposte di riforma che si ritrovano ampiamente nei programmi elettorali di quasi tutte le forze del polo. Prima di vedersi già sconfitti mettiamo chiaramente nel dibattito le nostre proposte riformatrici e sfidiamo al rialzo le forze di una maggioranza tutt'altro che compatta. di Augusto Barbera Le ipotesi formulate di arricchimento delle procedure del 138mi sembrano tutte meritevoli di attenzione, soprattutto quella di una Costituente in cui vi sarebbe un chiaro mandato sul merito delle riforme proposte dalle varie forze, ma ho la sensazione che prima di entrare nel merito di esse l'opposizione progressista debba decidere come propria linea di fondo sui contenuti di essere esigentemente innovativa e non prigioniera di una sindrome della sconfitta. Il presidenzialismo americano è giustamente criticato come sistema troppo debole, in cui Presidente e Congresso possonoparalizzarsi a vicenda. Lo Stato contemporaneo realizza un continuum tra legislativo ed esecutivo, si governa anche attraverso le leggi e queste ultime hanno fatalmente un contenuto particolare, concreto. Il Costituente di Filadelfia era ancora impregnato dell'idea di limitare il potere separando le istituzioni: invece oggi le forme di governo parlamentari rinnovate si sono poste più efficacemente il problema di realizzare un diverso tipo di separazione, quello tra maggioranza e opposizione, con l'intervento decisivo del corpo elettorale. È al «modello Westminster» che molti guardano anche in America come ad uno stadio più avanzato degli equilibri istituzionali, che in Francia riceve le attenzioni di Duverger e Vede! per superare la sconnessione tra i mandati presidenziale e parlamentare (con i relativi rischi di «coabitazione») e che anche noi dobbiamo prendere come riferimento. 16 Per di piu il modello francese nei casi più frequenti di coincidenza di maggioranze, è giustamente criticato per un altro aspetto per il fallo che il Presidente governa effettivamente con grandi possibilità di azione potendo anche scaricare parte delle responsabilità sull'incerta figura del Primo Ministro. Meglio allora rifarci a Westminster, alla forte connessione tra un leader e la sua maggioranza, tra quella sinergia tra responsabilità individuale e resposabilità collettive. Questo può concretizzarsi con l'elezione diretta del Premier (o l'elezione diretta del Capo dello Staio contestuale a quella del Parlamento) con un doppio turno, secondo il modello proposto dal Club Jean Moulin e dalla sinistra democratica francese sin dal 1956 (in connessione ad una revisione della legge elettorale per la Camera in una direzione ancor più chiaramente maggioritaria) e secondo quanto già previsto dalla nuova legge sull'elezione diretta del sindaco a livellomunicipale. Non basta dire elezione diretta del Premier, come emerge da alcune prese di posizione dell'attuale maggioranza, per collocarsi in una pospettiva neo-parlamentare. A quanto è dato di capire le forze di Governo non si riferiscono ad un Premier eletto insieme alla sua maggioranza, ma con una legittimazione separata. Per essere chiari pensano non all'elezione diretta del sindaco realizzata sul continente, ma quella realizzata in Sicilia: la differenza non è di poco conto perché un' elezione separata condurrebbe alla paralisi del!'azione di Governo ovvero a
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