{)!LBIANCO ~ILROSSO Miiiiliiki liticamente nel mondo dei partiti, propagandandola nei suoi media, ostentandola senza eccessi in ogni dove. Egli la ha utilizzata elettoralmente in tre mesi, e con frutto. Unendosi con intelligenza alle due realtà nuove, nel senso suddetto, e costrette ad accettare la sua offerta dalla legge capestro del maggioritario uninominale. 4. Ma a questo punto voglio dire quello che mi sta maggiormente a cuore, in questa riflessione, e cioè il fatto che, stando le cose come stavano, non era assolutamente pensabile che di fronte ad un Berlusconi che entrava in campo così, le cose andassero diversamente. Se ci si pensa bene tutta la cultura dei media italiani, in questi anni, si è come omologata ad un modello che Giuseppe De Rita ha giustamente chiamato berlusconiano. Se si guarda ai grandi programmi di intrattenimento della Rai, e a quelli della Fininvest, è difficile trovare una distinzione netta, anzi: disimpegno, scherzi su tutto e su tutti, successo, denaro, un po' di belle donne, barzellette, intrattenimento, poca politica se non presa in giro, giochini con denaro e belle macchine in premio, quiz e sentimenti rosa, detersivi e pubblicità ossessiva, giovani oche e ragazzi scemi, urla e insulti come condimento, disimpegno soprattutto, e sempre. Cultura zero, inchieste poche, politica di parole, una botta al cerchio e una alla botte. Evasione, evasione, evasione, fantasia di mondi lucenti, favole di Cenerentola moltiplicate per centomila, telenovelas, un po' di sesso, almeno fino a certe ore, due pizzichi di religione dove non fa male, alle otto del mattino, ma senza discussioni, vendite di consumo, ragazzine danzanti ... E i giornali? A guardare bene la musica è stata la stessa. Come sono cambiati in questi ultimi anni? Oggi si scrive al telefono: tre pareri, due chiacchiere, una fotoe l'articolo è fatto. E intanto Tangentopoli ha rivelato il marcio della politica tradizionale. I telegiornali sono diventati, da anni, una serie di nomi di inquisiti e di malefatte politico personali. Le ideologie sono morte e non vale più la pena di lottare per nulla: sulla terza Rete, la rete dei progressisti, la rete di sinistra, a parte qualche inchiesta de «Il Rosso & Il Nero», che ha sempre tenuto un livello alto pur nella discutibilità delle tesi e delle scelte autonome di Santoro e dei suoi, a parte qualche richiamo alla grande politica, qualche analisi delle cause delle guerre 12 sanguinose anche alle porte di casa nostra, qualche predicozzo dell'ex direttore del Tg3, spesso molto retorico, di costruttivo non c'era altro. Anzi: occorre segnalare, e qui forse la mia sensibilità di inguaribile cattolico diventa determinante, che se c'è una Rete Tv che ha lavorato per il risultato del 27/28 marzo è stata proprio la Terza Rete. Lo ha segnalato, dando origine ad una rovente discussione, un uomo di valore come Oreste Del Buono: «ridono a sinistra, ma poi votano a destra». Programmi come «Blob», - che ha avuto la pretesa di mostrare la realtà destrutturata, mescolando dolore e dignità, politica e sesso, amore e morte, abiezione e tragedie, religione e miseria, riso e pianto, preghiera e bestemmia, insulti e sentimenti, rabbia e ignominia, - hanno davvero destrutturato a poco a poco, nella sensibilità della gente tradizionalmente di sinistra, anche il senso dei valori da salvare, della politica come servizio, della lotta per costruire un mondo diverso. Non sto a dire che questa fosse l'intenzione dei programmisti, ma a mio parere questi sono i risultati. E non basta. Fantozzi in prima pagina de «L'Unità», al posto che fu di Gramsci e di Fortebraccio, ha un valore antropologico di peso. L'ideologia marxista è morta, per fortuna, ma è rimasta fortissima, nella sinistra italiana, l'ideologia antireligiosa nei valori di fondo, che vede con sospetto tutto ciò che sa di cattolico, che preferisce ridere di tutto invece che rimboccarsi le maniche per ricostruire un mondo vivibile anche ricorrendo ai valori dell'umanesimo cristiano che nessuno, neppure i tradimenti dei cristiani e della Chiesa come istituzione umana, è mai riuscito a mettere come tali in crisi ... Può apparire duro, questo mio discorso, ma a me pare di tutta evidenza: Paolo Rossi, Avanzi, Tunnel, il Male, Blob, Cinico Tv, alcuni programmi di lppoliti, che ridicolizzano tutto, portano come effetto, - a parte risate momentanee e momenti che possono essere anche piacevoli oltre quelli urtanti e francamente eccessivi, insultanti e indecenti per misura e per contenuti - , un nihilismo culturale di fondo in cui non si capisce per quale ragione sia meglio l'impegno dell'evasione, la costruzione della destrutturazione, la serietà di vita del disimpegno cinico e leggero. Ha scritto benissimo Del Buono: «ridono a si-
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