Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 51 - mag.-giu. 1994

0.!J., BIANCO ~ILROSSO iiikikillt-• anche se si porta appresso parecchie frange di quella destra. Occorre stare attenti, ma spiegare tutto con un simile schema sarebbe riduttivo. Può far comodo, anzi, a chi vuole nascondere le proprie responsabilità pesanti nella sconfitta, e parla di fascismo che torna, demonizza il voto della gente, accusa strategie internazionali di destra. Se qualcuno agita solo questi fantasmi fa male. Diciamogli di smettere: danneggia anche noi. Occorre analizzare i fatti, approfondire la critica, e anche l'autocritica. 3. E tuttavia c'è davvero una destra che ha vinto. Qualcuno ha parlato a torto di un '68 di destra. Ma il '68 ha avuto dietro di sé decenni di pensiero sociologico e filosofico. Questa realtà ha dietro solo un diffuso malessere sociale, realissimo, che ha portato ad un insopprimibile bisogno di cambiare, di uscire dalla abituale mistura di parole-prassi-istituzioni-costumi che erano, agli occhi di tanti cittadini l'essenza della politica vecchia, inchiodata da Tangentopoli ogni giorno sulle prime pagine dei giornali e sugli schermi dei Tg. Tutto ciò che visibilmente era parte di quel mondo è stato squalificato, messo fuori gioco, reso impresentabile, e dentro quel mondo, visibilmente, c'erano tutti i partiti tradizionali, salvo i nuovissimi arrabbiati, come la Lega, salvo gli alieni residuati di un mondo a parte, come Rifondazione, che infatti ha tenuto, e salvo il Movimento Sociale, estraneo cromoso11 micamente al sistema della Costituzione repubblicana, per quanto privo di argomenti, di ragione, di culture, di democrazia partecipata, di modernità presentabile, ma innegabilmente fuori del vecchio sistema visibile dei partiti. Tutto questo complesso di realtà, del rifiuto del vecchio e della richiesta rabbiosa di qualcosa di alternativo ha trovato il catalizzatore nella decisione di Silvio Berlusconi di «scendere in campo». Il fatto che egli fosse in stretto legame con la vecchia politica è verissimo, ma nqn appariva alla gente, che lo ha percepito come altro, dopo quelli che da troppo tempo c'erano e non facevano, parlavano e non riuscivano a cambiare le cose, litigavano senza costrutto, rubavano senza vergogna, organizzavano lo Stato per loro e non per i cittadini, vivevano in un mondo a parte, di privilegi, di lontananza, di soprusi pagati dal popolo, che solo ora cominciavano a venire alla luce ... Da novembre, quando i progressisti hanno avuto il successo alle amministrative, questo fatto nuovo ha cambiato il voto della gente: medi e piccoli imprenditori, sogni di borghesia minuta, aspirazioni di commercianti che in lui vedevano un simbolo, di giovani che gli sentivano promettere un milione di posti di lavoro, di imprese che nel suo successo intravedevano la possibilità di tenere ... L'immagine di vincente, Berlusconi l'aveva costruita in quindici anni di successi, spendendola economicamente, finanziariamente, po-

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