Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 50 - aprile 1994

D!LBIANCO ~ILROSSO CN ;J Gi61~(11-1 • t;J• •~(ti i t4 • 8 nemico; e occorre che da parte della Chiesa si predichino e si pratichino le virtù civili come necessaria espressione della testimonianza cristiana nella società, superando la vecchia logica dell'unità politica di partito. Nel quadro che ho tracciato un punto va infine sottolineato. La presenza di cattolici, come singoli, o in soggetti politici come quello dei Cristiano-Sociali, in diversi schieramenti politici fa emergere una esigenza che, in passato, la prevalente confluenza dei cattolici in un unico partito aveva lasciato in ombra. Si tratta in sostanza di garantire piena libertà degli eletti, rispetto ad ogni disciplina di partito o di gruppo parlamentare, in tutte le questioni che, coinvolgendo direttamente i valori morali e la visione della vita, possanp porre comunque un problema di coscienza. Si intende far riferimento non solo alle questioni che riguardano il valore della vita umana o nuove materie, come la bioetica, sulle quali la legge dovrà pronunciarsi, ma anche a tutti i temi che toccano i valori di libertà e i fondamenti della Costituzione. Su tali questioni non è sufficiente il semplice richiamo alla segretezza del voto, già garantita dai regolamenti parlamentari; non solo perché ponendo la questione di fiducia la segretezza del voto è stata già in passato elusa, ma perché il voto libero in segreto non basta: occorre esplicitamente affermare il pieno diritto ad esprimere e sostenere il proprio orientamento nel corso dei lavori parlamentari quando si ponga una questione di coscienza. È evidente che la questione di coscienza non deve essere un alibi per sottrarsi alla responsabilità di valutare, nel concreto delle situazioni sto76 riche, i singoli provvedimenti su cui l'eletto è chiamato a pronunciarsi, ma in definitiva solo la coscienza del singolo è arbitra di giudicare se e quando si pone una questione di coscienza. In questo senso è necessaria la definizione di uno Statuto di libertà dei parlamentari che formalmente riconosca e valorizzi il diritto-dovere, per tutti gli eletti, di anteporre ad ogni disciplina di gruppo il richiamo al dettato della propria coscienza. Tale esigenza è pienamente coerente con un sistema elettorale come quello adottato in Italia che tende - anche se per ora non realizza pienamente - a conferire all'elettore il potere di scelta sul governo. La scelta di governo si gioca su poche questioni discriminanti sulle quali l'eletto è giustamente vincolato; ma non' può e non deve coinvolgere questioni che per loro natura i parlamenti devono affrontare al di fuori del criterio della maggioranza di governo, anche con intese «trasversali»rispetto ai diversi schieramenti. Si vuole dunque contribuire alla formazione nel nuovo parlamento di una maggioranza di governo che rompa decisamente con l'esangue centrismo degli ultimi lustri e apra una stagione nuova della politica italiana, raccogliendo anche l'apporto che verrà domani dalla auspicabile evoluzione del centro. Noi non pensiamo a un centro che assorbe le mezze ali e riproduce il vecchio immobilismo politico; ma a un centro che si dissolve nelle mezze ali per arricchirle di contenuti e di consensi. La presenza dei Cristiano-Sociali nel polo progressista è convinta ma non acritica, non chiusa e non immobile, bensì aperta agli sviluppi di una vera e compiuta democrazia del!'alternanza.

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