{).!J, BIANCO ~ILROSSO iiliiil•ii ' E finito il Centro:forseper laChiesa èuna«buonnaotizia» di GiovanniGennari rima di affrontare direttamente l'oggetto di P queste riflessioni, vorrei premettere alcune osservazioni che serviranno ad offrire il contesto in cui leggere quanto dirò in seguito. 1 - Il messaggio delle urne, il 27/28 marzo, è stato chiaro. Lo si può condivivere o meno, ma il ta·glio è stato netto. La legge elettorale, pur così pasticciata, - anche per il riflesso indiretto delle elezioni amministrative di novembre, in cui vigeva il sistema del doppio turno con ballottaggio, che ha come .lasciato il segno nella memoria di politici ed elettori - , ha spinto a creare una alternativa abbastanza pronunciata, ed ha creato, così, due schieramenti fondamentali contrapposti. È stato un primo passo verso una vera alternanza, pur con tutti i difetti che emergono in questi primi giorni di trattative per il nuovo governo, con le vecchie bizze dei partiti e movimenti detti nuovi, con i comportamenti di sempre che cercano di reinventarsi. Un vero spazio per un vero Centro, che sia davvero determinante e davvero autorevole, non c'è stato, e con molta difficoltà tornerà ad esserci. La spinta è verso una contrapposizione· di due schieramenti, e lo sarà sempre più. Occorre prenderne atto fino da ora, per evitare delusioni ancora più amare di quelle avute stavolta. 2 - Si è detto che il successo dello schieramento di Forza Italia è quasi miracoloso, essendo stato prodotto «in soli tre mesi». È miopia grave. Dietro l'innegabile successo di Silvio Berlusconi ci sono quindici anni di televisione, privata prima e pubblica poi in concorrenza omologante tra loro. Il messaggio di fondo, nello sfascio evidente della politica tradizionale, è stato preparato, suggerito, accompagnato, indotto, esplicitato, da anni e anni di televisione commerciale, consumista, americaneggiante, tutta 7 lustrini e pacche sulle spalle, pubblicità e promesse di benessere, allegria-allegria, capace di rassicurare con la fortuna altrui, di far sognare con le telenovelas, di illudere con Il prezzo è giusto, con i quiz, con i concorsi a premi, con una cultura precisa: denaro, successo, benessere, salute, affari, consumi, privato, desideri, sfizi, divi, dive, divette. Sia chiaro che questo non era solo il mondo di Berlusconi, ma anche quello delle emittenti di stato. La gente ha visto una sola cultura, dovunque, e quando ha dovuto scegliere, tra ciò che si presentava vecchio, e cioè Dc-Ppi, Pci-Pds, Psi ormai estinto, con qualche piccolo contorno di risulta, e ciò che si presentava come nuovo, Lega, Msi-Alleanza Nazionale, e soprattutto Forza Italia, ha scelto per questo. Ci sarebbe stato da meravigliarsi se fosse andata diversamente ... La gente ha pensato che gli altri, bene o male, li aveva già provati, con gli esiti che sono sotto gli occhi di tutti. Era il momento di provare questi... È il punto in cui siamo. 3 - C'è anche una terza riflessione, da fare. L'enfasi ossessiva con cui tutto il vecchio sistema, che alla gente appariva solidale nelle vicende di fondo di Tangentopoli, ha presentato Berlusconi e Forza Italia, come se il solo problema e il solo nemico fosse lì, ha ingigantito agli occhi degli elettori l'importanza e il potere di questa realtà, accreditandone ben al di là del vero la novità e la alternatività al vecchio sistema. La scelta elettorale di Berlusconi, poi, che per ragioni varie, e per lui fortunatissime, ha potuto stringere alleanza di fondo solo con chi prima non era mai stato parte del sistema, ha fornito un fattore decisivo. Certo: ad analisi sofisticate risulta chiaro che molto di quello che è confluito in Forza Italia è personale riciclato della vecchia classe dirigen-
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