{) .!J, BIANCO W,,ILROSSO 11111 •~• H~P t+fA cu~• M Illavorodell'uomo è perl'uomo. Ilprofittovienesolodopo di Giovanni Paolo II Pubblichiamo il testo del discorso tenuto da Giovanni Paolo Il, sul tema del lavoro, ai lavoratori del Poligrafico dello Stato nella festa di S. Giuseppe lavoratore, il 19marzo u.s .. Al di là della occasione specifica, e dell'inserimento dell'incontro nella «grande preghiera» per l'Italia, che da qualcuno è stata vista, a torto, solo come elemento della competizione elettorale italiana, alcune parti del discorso, soprattutto in dimensione europea e mondiale, ci sembrano di grande importanza, e anche di grande forza provocatrice di un ripensamento necessario a tutti. La stampa italiana, troppo occupata in beghe elettoralistiche, e forse anche troppo preoccupata di riflessi sul voto imminente, ha trascurato i temi del discorso, dando rilievo solo a quello delle donne e della famiglia. A torto. I nostri lettori possono misurare direttamente, cosi, come talora vecchie paure li privino di elementi utili a capire la realtà, del mondo e, in questo caso, anche nella Chiesa attuale (G. G.). 1. «Ha lavorato con mani d'uomo ... » (Gs 22) Questa frase del Concilio Vaticano II si riferisce a Cristo, che rivelò l'uomo all'uomo (cfr. Gs 22), giacché amò con un cuore d'uomo, soffrì come ognuno di noi e lavorò con mani d'uomo. Queste parole vengono alla mente soprattutto oggi, solennità di San Giuseppe, al cui fianco Gesù lavora. Da Giuseppe Egli imparò il duro mestiere del carpentiere, e la fatica del lavoro divenne dimensione fondamentale del mistero della redenzione. Colui che lavorò con mani d'uomo è il Redentore del mondo, il Figlio di Dio consustanziale al Padre, incarnatosi per opera dello Spirito Santo e nato da Maria Vergine. Giuseppe rappresentava per Lui il Padre celeste, insegnandogli a compiere il mestiere che egli stesso faceva. Perciò Gesù veniva chiamato il figlio del carpentiere (cl. Mt 13,55). Oggi, vogliamo riprendere la grande preghiera per l'Italia, inaugurata martedì scorso. Desideriamo farlo insieme ai lavoratori di questo Paese, che mediante la loro fatica continuano a formare da secoli ciò che l'Italia è. Da anni ormai il giorno di san Giuseppe, il 19 marzo, è diventato il giorno dell'incontro del Papa con i vari ambienti lavorativi italiani. Tali incontri si sono svolti in molte città, in molte aziende, piccole e grandi. Oggi ci ritroviamo qui, in Vaticano, nell'Aula Paolo VI. Saluto la grande famiglia del Poligrafico e della Zec62 ca dello Stato, ben lieto che questo appuntamento si svolga in un momento importante per la storia d'Italia. Saluto tutti i presenti, a cominciare dal Governatore della Banca d'Italia, dai Dirigenti delle .Associazioni industriali e sindacali e dai Vescovi della Commissione episcopale del Lavoro della Cei. Saluto, in particolare, il Presidente dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Dottor Giovanni Ruggeri, che ringrazio per le parole poc'anzi rivoltemi a nome di quella grande comunità di lavoro, con la quale il Vaticano intrattiene un attivo rapporto di cooperazione. Sono grato, inoltre, per il dono del fac-simile, realizzato con rara perizia, della Bibbia di Carlo il Calvo, prestigioso esempio della rinascita culturale carolingia e testimonianza eloquente della venerazione di quell'epoca per la Parola di Dio, consegnata ai posteri su pergamene impreziosite da miniature di singolare bellezza. Il mio pensiero si dirige poi alle maestranze degli stabilimenti romani, della Cartiera di Foggia, delle Cartiere Miliani di Fabriano e di tutte le strutture componenti il vostro benemerito Istituto. Grazie a ciascuno di voi, cari amici, per la vostra presenza. Attraverso le vostre persone, vorrei salutare l'intero mondo dei lavoratori e delle lavoratrici in Italia e in ogni altra Nazione del mondo. 2. Basta trovarsi in qualsiasi punto d'Italia, basta fare un viaggio in qualunque sua Regione per notare gli enormi successi realizzati nel campo del lavoro, sue-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==