Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 50 - aprile 1994

{)!LBIANCO ""- ILROSSO 11111ll~•l~IM◄ <11~•8 Povertà: ultimedalmondodegliultimi di Giuseppe Pennisi - 1mondo sta diventando più povero. Però, comin- Quali gli aspetti essenziali? Innanzitutto, le dimensioni del fenomeno: nella seconda metà degli Anni Ottanta, pur ricordati come una fase di crescita. economica senza precedenti per l'economia internazionale, il numero dei «poveri» nel senso di coloro che sono costretti a vivere con meno di un dollaro al giorno - è aumentato passando, nei soli Paesi in via di sviluppo, da 1.051 milioni a 1.133 milioni. Se a queste cifre si aggiungono quelle dei «poveri» nei Paesi industrializzati - anch'essi in crescita, secondo dati portati al seminario dal Presidente della Federazione Internazionale dei Datori di Lavoro - si giunge a oltre 1.300 milioni di persone. E ciò nonostante oltre vent'anni in cui gli organismi economici internazionali ed i Governi dei principali Paesi predichino la necessità di perseguire strategie economiche e sociali dirette a soddisfare i «bisogni di base». i ciamo a saperne un po' di più in tema sia di povertà sia di cosa fare di fronte ad essa. L'aumento di coloro al limite della sussistenza ed al di sotto della linea della povertà indica, infatti, che le strategie attuate nel passato anche recente per sradicare il fenomeno od anche solamente per - alleviarlo hanno avuto risultati molto modesti. Tuttavia, dopo una lunga fase in cui, per parafare Paul Streeten, siamo tutti stati «ingenui sotto il profilo politico», gli strumenti della economia politica possono contribuire ad individuare come formulare nuove strategie ed attivare un supporto sostenuto alla loro attuazione. Queste sono alcune tra le principali conclusioni di un simposio di studio sul tema «Povertà: nuovi approcci alla analisi ed alla politica economica del fenomeno», tenuto a Ginevra nell'ultimo scorcio del 1993 dall'Istituto Internazionale di Studi sui Problemi del Lavoro, il braccio di ricerca sociale a lungo termine dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil). Al simposio, i cui atti sono in corso di pubblicazione e saranno disponibili in volume tra qualche mese, hanno partecipato, oltre agli esperti dell'Oil ed a rappresentanti di sindacati e di organizzazioni internazionali, più di quaranta specialìsti provenienti da altre agenzie delle Nazioni Unite, nonché dalle istituzioni finanziarie internazionali del sistema di Bretton Woos (il Fondo Monetario ed il Gruppo della Banca Mondial.e) dal mondo accademico, con oltre 30 relazioni e comunicazioni. Trattandosi di un simposio di ricerca, non aveva l'obiettivo di formulare proposte specifiche ma di dare l'occasione di riflettere a tutto campo a studiosi ed attori dei processi di politica economica in vista del vertice sociale mondiale convocato dall'Assemblea delle Nazioni Unite per il Marzo 1995. 59 Non solo, ma il fenomeno ha ripreso ad avanzare, a diffondersi, ed ad approfondirsi. Sino alla metà degli Anni Ottanta, le statistiche disponibili, per quanto incomplete, suggerivano che la povertà stava facendo lentamente marcia indietro sia nei Paesi industrializzàti ad economia di mercato, dove venivano attuate politiche sociali sempre più estese e sempre più mirate, sia nei Paesi in via di sviluppo, in crescita sostenuta in quasi tutti i continenti (con l'eccezione dell'Africa a sud del Sahara), sia nei Paesi dell'Europa Centrale ed Orientale, dove si garantiva la «sicurezza esistenziale» alla popolazione nei confronti delle forme più gravi di privazione, di disadattamento e di emarginazione. Uno dei dati evidenziati nel corso del simposio è che la metà degli anni Ottanta rappresenta un punto di svolta: nel decennio della deregolamentazione, delle privatizzazioni, del mercato, del riassetto strutturale, della finanza, la povertà

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