Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 50 - aprile 1994

D!LBIANCO '-'L, ILROSSO 1 •1X1 BP•8~l1t4 ,.,~. il Strategieperunosviluppoumano di Bruno Catenacci odierna giornata di lavoro nasce da un LI preciso bisogno e da un interesse largam~nte diffusi ormai - nel nostro paese e fuori - tra molti soggetti, movimenti, organizzazioni, istituzioni che operano - in differenti contesti e da differenti punti di vista - sul terreno delle pratiche di sviluppo sociale e di lotta contro la povertà. Il bisogno, cioè, di ritrovarsi per mettere a confronto e contribuire alla costruzione di nuovi strumenti concettuali, nuove metodologie, nuove pratiche di lavoro. Si tratta - riteniamo - di un bisogno forte, non passeggero, fondato su alcune· chiarissime componenti. Anzitutto, l'acuta coscienza della natura della crisi nel cui contesto si è chiamati ad operare. L'evidente fallimento dei modelli di sviluppo fondati su un collegamento a1,1tomaticotra crescita economica e progresso umano; la prospettiva sempre più chiara di una possibile ripresa della crescita, ma senza occupazione; la feroce subordinazione ed il carattere residuale attribuito alle politiche sociali rispetto a quelle di riaggiustamento strutturale; l'aumento vertiginoso dei fenomeni di esclusione sociale su scala planetaria costituiscono dei fenomeni di tale ampiezza e natura di fronte a cui nessuno - governi, organismi internazionali, organizzazioni sociali, sindacali, della società civile - sembra più possedere ricette efficaci, adeguate, giuste. Nuove coordinate, nuovi scenari, nuove prospettive risultano tanto più urgenti, quanto più forte appare la coscienza della crisi. C'è una seconda componente - mi sembra di poter dire, poi - nel bisogno di ritrovarsi, che anima i soggetti, organizzazioni, movimenti, istituzioni come quelle presenti qui, oggi. È come un senso di inadeguatezza rispetto alla 44 massa di bisogni e di domande sociali cui ciascuno vorrebbe o dovrebbe far fronte - nell'ambito del proprio raggio di azione - ed anche la consapevolezza, assai più viva, oggi - mi pare che gli sforzi isolati, la frammentazione e la differenziazione esasperata delle esperienze e delle competenze non produce altro risultato che moltiplicare frustrazioni, difficoltà, limiti che ciascuno avverte nella propria azione ed in quella degli altri. È questa una sensazione assai più diffusa di quanto si pensi o si voglia ammettere, che può avere - paradossalmente - effetti positivi, se contribuisce ad alimentare il bisogno e la cultura del confronto, della comunicazione e dello scambio di esperienze, della costruzione intelligente di strategie comuni ed innovative. C'è un'ulteriore componente nel bisogno di ritrovarsi, che credo vada sottolineata: la coscienza che questi anni di crisi e di mutazioni profonde stiano producendo anche - e nei contesti più differenti, nel Sud come nel Nord del mondo - un grande patrimonio di esperien·ze, che - per quanto parziali, imperfette, in continua evoluzione - costituiscono un potenziale ed un' opportunità straordinaria che è a disposizione della miriade di attori presenti ed attivi sul tei;reno delle politiche di sviluppo sociale e lotta alla povertà. Interrogarsi su questa potenzialità; mettere a confronto esperienze che - pur assai differenziate per ambito istituzionale, terreno di applicazione, percorsi culturali di chi le promuove - si caratterizzano per la ricerca caparbia di nuove e più efficaci vie di realizzazione, più vicine a quanto promettono di voler fare; verificare quanto di queste esperienze si può mettere in comune, potenziandosi reciprocamente e quanto nuovi strumenti di carattere concettuale ed ope-

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