zione è da costruire sul piano storico attraverso la creatività e la ricerca umana. Possiamo semmai allora definire al negativo ciò che per esperienza storica sappiamo si oppone al cammino di liberazione. Se allora l'identità cattolica è nella visione dell'uomo aperto a una vocazione legata a una promessa che travalica continuamente le costruzioni che a mano a mano si vanno realizzando in vista del regno di Dio, mi pare che il compito dei cristiani, riprendendo una espressione dei cristiano sociali siciliani, è quello di vivere religiosamente la politica e non vivere politicamente la religione. Religiosamente intendo quindi vivere come servizio alla comunità e a Dio l'impegno nella vita politica, viverlo profeticamente portando il senso della relatività di ogni costruzione politica e la necessità di ogni suo superamento in vista della costruzione del regno di Dio. Quanto alla progettualità politica .,.., . ~·= • > • ....... /. ?'' t( {)!LBIANCO Ol,,ILROSSO 1111 -ièJ i a ; 1 nessuno può quindi dire di avere in esclusiva una soluzione cristiana. Allora che senso ha un partilo di ispirazione cristiana? Storicamente esso è legato ancora alla sopravvivenza della concezione che riteneva possibile la difesa o la realizzazione di una società cristiana nelle sue articolazioni e nei suoi valori definiti e definibili. Nei fatti il partito rimane una possibilità di organizzarsi di alcuni cristiani, purché senza la pretesa che questi abbiano una soluzione politica e sociale più cristiana solo perché dichiarano una ispirazione cristiana. Si assumono tuttavia una responsabilità in più perché tendono ancora a racchiudere la tensione evangelica nella limitatezza delle loro scelte storiche e dei loro fallimenti. Se poi continuano ancora a servirsi del nome «cristiano», il rischio dell'equivoco rimane ancora più grave. Perché poi un cattolico possa aderire a formazioni politiche così come storicamente sono configurate, credo che bisogna fare alcune precisazioni: innanzitutto il cattolico deve discernere, secondo il detto paolino, quali di questi percorsi sono in qualche modo cammini di liberazione, di carità, di solidarietà, di crescita umana e quali invece solo difesa di interessi già costituiti; deve inoltre chiedere una vera democrazia di partecipazione che sia autentica espressione dei bisogni dell'uomo e soprattutto dei gruppi più emarginati e senza voce; deve salvaguardare la libertà della coscienza come istanza superiore alla ragione del principe o del partito. La scelta del cattolico quindi non può essere imposta o vietata al di fuori della propria coscienza, ma deve essere fatta con un confronto vero con gli altri cristiani, con il pensiero del Concilio, senza barare. Al cittadino cattolico le forze politiche devono chiedere l'impegno alla laicità dello Stato senza clericalismi e il rispetto della pluralità delle idee e della cultura politica. ._.., . '"t-;":::\-: ,._. :,J-:;t -"'":~'•/\ '.\, .·..::\·.f<-; ,;~~ll"llo: ,: 37
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==