industriali tanta emarginazione. Essa è sotto gli occhi di tutti. Pagata da tutti. Abbiamo creato l'emarginazione stessa dei giovani, nella droga, nella fuga dalle responsabilità, per questo la nostra campagna fu: «Educare senza punire» perché siamo responsabili di questo falso progresso, in cui non abbiamo dato un «senso» al futuro dei giovani. E poi allargando il discorso sempre più il Sud del Mondo (non era vera la contrapposizione tra Est ed Ovest; era più profonda quella tra Nord e Sud) si erge davanti a noi come un Profeta, a dirci la nostra responsabilità dei suoi mali, della nostra ingiustizia, minacciandoci però la nostra invivibilità. Siamo arrivati poi all'assurdo che mentre dicevamo, con falso assistenzialismo, di dare loro aiuto, con una mano lo davamo ma con l'altra ci riprendevamo molto di più di quello che davamo, uccidendo il loro sviluppo. Il debito va restituito. Il Terzo mondo sta precipitando per esso nel Quarto mondo. Stiamouccidendo la loro speranza. Questa chiarezza sui fini, sull'analisi della situazione per i cristiani, tutti i cristiani, anche per l'insegnamento «vivo»della Chiesa che soffre con i poveri del Mondo, non solo nel suo Magistero, dovrebbe far discriminare su quale schieramento essere disposti a collaborare mano a mano che si precisano i programmi e si approfondisce il dibattitodi fondo sulle idee di essi. Il realismo cristiano (questo può essere il vero moderatismo) non può non essere lucido nel ravvisare il senso del futuro governo da fare per servire i più poveri. Di questo si dovrebbe soprattutto parlare in questo momento, da parte di tutti, per essere credibili nella propria identità. Confrontarsi sui programmi, ma a partire dai problemi reali, dalle esperienze di servizio. Confrontarsi tutti, con quei cristiani che più degli altri vivono con i poveri, per sapere da essi che cosa si aspettano dai vari schieramenti. Vedere, confrontare quello che dicono gli altri schieramenti che si presentano per governare, nella forza delle idee di fondo che hanno. U!LBIANCO QL.ILROSSO 111 P.108;1 Si può basare il futuro della società in una esclusione della solidarietà? C'è una sottile mentalità di esclusione nella concezione del polo di destra (al di là delle parole che dicono) quando si pensa che il progresso deve essere affidato allo sviluppo economico che i «forti» sapranno darci, le regioni del Nord rispetto a quelle del Sud. Qui i Cristiani devono essere precisi e discriminanti e chiedere chiarezza a tutti. Noi di Capodarco, con i CristianoSociali, ci siamo schierati nel polo progressista perché nel polo progressista è chiaro che non può venire prima il progresso economico e poi si assisterà i deboli, poi verrà l'aspetto sociale. Per noi non ci può essere una distinzione. Anzi noi possiamo dimostrare che condividendo la condizione di emarginazione a pieno titolo, in termini cioè non assistenzialistici,ma promozionali della loro diversità, possiamo sviluppare una società più ricca di relazioni più vivibile per tutti. Di questo la maggioranza deve essere convinta per capire che affrontando i mali dell'emarginazione sino in fondo si risolve il problema della qualità della vita per tutti. I giovani poi in mezzoa noi trovano quell'ideale di vita che loro serve e non rischiano più di sentirsi emarginati. 29 I mali non sono rimediabili con i muscoli di Forza Italia, ma presuppongono un nuovo slancio ideale, una nuova democrazia, in cui tutta la società civile si impegni e per questo conti mano a mano anche con i suoi candidati, anche per rinnovare i partiti. La società civile con il suo terzo settore sempre più largo, anche con l'impresa sociale, gestisca, con i partiti, il bene comune partendo dai diritti di tutti gli uomini, di ogni razza, di ogni paese. Non solo dai diritti dell'Occidente, di fare solo la sua economia senza controllo, il commercio solo a servizio del suo interesse. Un convegno, del 5 Febbraio, a Roma, sulle «Strategie del Nuovo Sviluppo» con l'Europa e varie Ong Nazionali e Internazionali è stato illuminante. Sarebbe bello se la rivista ne parlasse. Lo sviluppo umano che dobbiamo costruire con nuove strategie devono partire da questa chiarezza di fondo che il piano economicistico non solo non risolve il problema sociale ma lo aggrava. E c'è tutto un sommerso, tutta una realtà di esperienze vive che questa nuova strategia la sta già vivendo. Deve emergere per creare questa nuova democrazia in cui la società civile faccia valere il suo peso nel creare il nuovo governo. La vera difesa della famiglia, tema caro a molti cristiani impegnati in politica, è solo quello di ridare ad essa un impegno verso tutto l'uomo, a cominciare dai minori, verso una terra, non più guastata, ma accogliente ogni persona, superando tutti i mali che la diminuiscono e l'uccidono persino. Una famiglia aperta allora. Una chiesa più coraggiosa in Italia a servizio del Regno, che non può non venire, nella forza della Resurrezione. I cristiani allora impegnati nella politica non possono rimanere in mezzo al guado senza scegliere quale società insieme agli altri (e quali poi precisamente) oggi costruire. Sono venuti poi tutti a chiederlo a noi, che stiamo con i poveri, cosa ci aspettiamo da essi per le loro scelte?
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