Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 49 - feb.-mar. 1994

{) .!J.. BIANCO OIL, ILROSSO Nord/Sud: per l'emancipazione del Mezzogiorno SCHEDA9 La crisi civile e politica italiana può riaprire in termini positivi la questione del ruolo del Sud nel cammino della nazione, essenzialmente riproponendola - secondo la grande lezione del meridionalismo storico - come sfida alla dipendenza. L'intervento straordinario, ormai definitivamente consegnato al passato, ha infatti evidenziato il paradosso di una crescita del benessere, del reddito, dei consumi, dell'istruzione che, anziché sortire effetti di reale emancipazione, è stata segnata da arbitrii e clientele, spesso favorevoli al rafforzamento dell'illegalità e della dipendenza. Il fatto nuovo è che molti cittadini del Sud, soprattutto delle giovani generazioni, hanno intrapreso - con una coralità sconosciuta e parallelamente all'azione di importanti istituzioni dello Stato - un decisivo conflitto contro la criminalità organizzata, la cultura, le pratiche e le complicità che la tutelavano. La legalità e il rinnovamento culturale sono la premessa di un nuovo sviluppo, che deve poter contare sulla continuità dell'azione doverosa e costituzionale dello Stato per riconquistare ogni territorio, ogni settore e ogni spazio sociale alla legalità repubblicana. In questa prospettiva, l'attuazione del principio autonomistico e un forte regionalismo possono rappresentare per il Mezzogiorno, insieme all'impegno solidale della politica nazionale e delle aree più ricche del paese, un'opportunità·storica, alternativa alla vecchia logica delle lobbies inviate a Roma per conquistare quote di risorse da distribuire al di fuori di ogni responsabilità. Anche perché molto presto le regioni del Nord dovranno riscoprire la «necessità» di un Sud che si riprende: non tanto e non solo per motivi etici, ma per le esigenze elementari di crescita globale della nazione nella prospettiva dell'integrazione europea e della competizione internazionale. Perciò la sfida è oggi più decisiva nel Mezzogiorno, tra ipotesi e culture diverse, tra gregarismo populista e volontà di autonomia, piuttosto di quella, più apparente che reale, tra un miope «nordismo» e generici bisogni del Sud, la cui definizione è stata troppo a lungo affidata a pessime rappresentanze. PROPONIAMO: * l'identificazione di risorse finanziarie ordinarie certe per interventi sulle condizioni dello sviluppo: le reti, l'istruzione, l'ambiente, l'imprenditorialità (soprattutto giovanile e femminile); * In maniera addizionale (dunque secondo le norme europee), rispetto all'intervento ordinario, la destinazione di risorse specifiche per il cofinanziamento (in particolare per la valorizzazione delle risorse ambientali, turistiche e culturali) ed una costante attività di assistenza tecnica agli enti locali; * una politica dei salari particolarmente attenta ai problemi della disoccupazione dei giovani e delle donne nelle aree interessate; * nell'ambito di una riforma istituzionale che si apra verso l'autonomia impositiva degli enti locali, la previsione di un fondo di solidarietà che permetta di riequilibrare lo squilibrio delle entrate fra le regioni con un prodotto interno più alto e quelle meno favorite; * una politica della ricerca e dell'innovazione tecnologica che sappia utilizzare le migliori energie presenti sul territorio per creare un autonomo sviluppo di qualità. 74

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