Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 49 - feb.-mar. 1994

J}!LBIANCO ~ILROSSO 1•1111~•10 a~, t+t4 ,.,~, a La riorganizzazione dello Stato SCHEDAI Il degrado del sistema politico-istituzionale, di cui Tangentopoli è solo l'espressione più devastante, pone il problema di fondo della rilegittimazione e, insieme, della modernizzazione delle nostre istituzioni politiche. È una nuova Repubblica che si tratta di edificare. La strada per conseguire questo obiettivo non sta nel mettere in discussione il bene dell'unità nazionale - per la cui edificazione e difesa le generazioni che ci hanno preceduto hanno pagato l'immane prezzo di un secolo di guerre - né il modello di Stato delineato, all'indomani della sconfitta del fascismo, dai costituenti. I progetti federalisti non risolvono alcuno dei problemi istituzionali e politici che sono alla base dell'odierna crisi, innescano un processo di instabilità dagli esiti imprevedibili e allontanano irrimediabilmente l'Italia dall'Europa. Il passaggio alla nuova Repubblica esige piuttosto: a) l'integrale e coerente attuazione del disegno autonomistico sancito dalla Costituzione, facendo delle regioni e delle comunità locali il perno di una moderna articolazione dello Stato unitario; b) il compimento delle riforme istituzionali avviate con i referendum elettorali; c) la complessiva riorganizzazione dello Stato e della pubblica amministrazione; d) il risanamento dei conti pubblici; e) l'abbandono delle tendenze statalistiche e dirigistiche, che hanno portato all'occupazione della società civile da parte dello Stato, dei partiti e del potere politico. Sono queste le condizioni imprescindibili per una nuova stagione di sviluppo democratico e sociale, che ristabilisca un rapporto di trasparenza e di fiducia tra i cittadini e lo Stato e realizzi l'effettiva partecipazione dei cittadini e delle formazioni sociali alle scelte collettive. PROPONIAMO: * una revisione costituzionale che, in attuazione del principio autonomistico, definisca rigorosamente le competenze statali e sancisca il principio per cui tutto ciò che non è espressamente riservato allo Stato è di competenza delle regioni e delle comunità locali, realizzando compiutamente lo Stato delle autonomie; * attuazione delle riforme istituzionali, tra cui - in primo luogo - la diversificazione delle funzioni tra i due rami del Parlamento, trasformando il Senato in «Camera delle regioni» e dimezzando il numero dei parlamentari; * riforma dei regolamenti parlamentari, rafforzando il rapporto tra il governo e la sua maggioranza e sancendo uno «statuto delle opposizioni» con incisive garanzie; * completamento delle riforme elettorali (comprese le elezioni regionali ed europee), con l'introduzione di meccanismi idonei a garantire la scelta diretta, da parte dei cittadini, di una maggioranza e del «premier» (doppio turno con ballottaggio, «premio di governo», ecc). * modifica dell'istituto del referendum, limitandone la funzione abrogativa e allargandone invece la capacità propositiva; * la riorganizzazione della pubblica amministrazione secondo criteri di efficienza e di responsabilizzazione dei pubblici dipendenti; 66

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