D!LBIANCO ~ILROSSO • n1i1P@•M~i t+t◄ cu~• d Oggetto di redistribuzione debbono essere tutte le risorse che concorrono a formare la qualità della vita: istruzione, occupazione, qualità del lavoro, reddito, disponibilità e possibilità di accesso ai servizi sociali, condizioni abitative e ambientali, contesti educativi e relazionali, ecc. Obiettivo della politica sociale - e della sua funzione perequativa - è di garantire a tutti pari opportunità di partenza e di aiutare tutti ad autopromuoversi. A questo criterio, già acquisito nella cultura liberal-democratica, deve aggiungersi un obiettivo più ambizioso e impegnativo: assicurare a tutti, anche a coloro che per i più vari motivi restano indietro nella corsa della vita, il raggiungimento di un traguardo, il conseguimento di uno zoccolo di benessere; non di un minimo vitale, ma di un'adeguata quota di partecipazione al patrimonio di beni, materiali e immateriali, della società. Solo per questa strada si dà contenuto sostanziale al diritto di cittadinanza sociale. Crescita e competitività Rafforzare il sistema produttivo è necessario, perché dalla sua robustezza e dal suo dinamismo dipende la sicurezza delle generazioni future. I sistemi economici che non investono e non si rinnovano sono condannati alla disoccupazione, ai bassi salari, alla dequalificazione. Quindi la crescita del sistema produttivo è un obiettivo da perseguire. Spesso, se perseguito correttamente, esso si concilia bene con altri obiettivi, come una maggiore uguaglianza nella distribuzione della ricchezza, o come la salvaguardia dell'ambiente, qualche volta però gli obiettivi entrano in conflitto, e allora occorre trovare una soluzione di equilibrio, poiché nessun singolo obiettivo può avere assoluta priorità. Criteri irrinunciabili In estrema sintesi, i criteri ispiratori di un governo progressista debbono muovere da due premesse: 1) in un pianeta in cui quasi un miliardo di persone vive il dramma quotidiano della fame e in cui le pressioni immigratorie saranno sempre più incontenibili, è, da un lato, impossibile e, dall'altro, immorale, ignorare la dimensione mondiale dei problemi, l'esigenza di redistribuire le risorse, l'obbligo di investire per lo sviluppo dei paesi poveri, di dare spazio alle loro produzioni nei mercati e di promuovere una cultura dell' accoglieBza, anche ai fini della pace nel mondo; 2) la corsa indiscriminata alla crescita economica prospetta seri pericoli per l'ecosistema e già oggi ha reso invivibili le aree di eccessiva concentrazione degli insediamenti industriali e umani. Queste premesse, a cui si aggiunge per l'Italia la necessità del risanamento finanziario, prospettano un quadro di minore disponibilità di risorse per noi, in termini di lavoro e di reddito, e impongono la promozione di una cultura della sobrietà negli stili di vita e della preminenza della qualità sulla quantità. Si ringraziano, per il contributo offerto all'elaborazione delle schede programmatiche: Paolo Bosi - Sergio Briguglio - Piero Casadei Monti - Stefano Ceccanti - Franco Chiusoli BrunoManghi -Alfredo Carlo Moro -Pippo Ranci - Michele Salvati - Luigi Viviani 65 p. IL GRUPPO DI LAVORO PER IL PROGRAMMA Pierre Carniti - Luciano Guerzoni
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