Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 49 - feb.-mar. 1994

{)!LBIANCO ~ILROSSO 1 •111 1°~• a~, t+t4 "'~' a torio e in particolare un'efficace tutela del paesaggio: all'egoismo dei gruppi si dovrà sostituire la valutazione dell'utilità collettivae dell'impatto sull'ambiente o alla luce di questi criteri si dovranno riesaminare anche scelte già effettuateche perpetuassero lo scempio del territorio, la cementificazione, lo sperpero delle risorse. Le forze progressiste, firmatarie del patto, intendono impegnare tutte le loro energie per il conseguimento della pace e per la costruzione di un nuovo ordine internazionale fondato sulle regole democratiche e sui diritti umani. È nostro impegno comune lavorare alla realizzazione di un patto unitario, sociale, civile e politico fra i cittadini europei e alla costruzione dell'Unione europea, dell'Europa dei popoli, politicamente coesa, in alternativa all'Europa delle oligarchie e tecnocrazie e quella di protezionismi e dei nazionalismi, caratterizzata invece da rapporti di cooperazione con tutte le aree del mondo e in particolare con i Paesi del Terzomondo. Dunque una società della democrazia, dell'operosità, della solidarietà e della tolleranza, in cui sia finalmente riconosciuto e attuato il pieno diritto dell'obiezione di coscienza e in cui uomini di cultura creino le condizioni per il pacifico e ordinato sviluppo di una civiltà plurietnica e in cui uomini di culture diverse possano studiare e lavorare insieme e partecipare con pari diritti e opportunità alla vita democratica dei paesi in cui vivono. ComunicatSotampa dei«Cristiano-Sociali» (Roma, 4/2/1994) L'Italia ha bisogno di rigore economico e di equità sociale, di rimedi ai guasti ed alle sofferenze di oggi per ricostruire la speranza del futuro. Solo l'impegno convergente della sinistra riformista, del riformismo laico e cattolico sono in grado di offrirsi credibilmente a questa resposabilità. Per questo i Cristiano-Sociali (che non sono e non vogliono essere un ennesimo partito) hanno deciso di costruire una presenza organizzata e visibile nello schieramento progressista. I Cristiano-Sociali non sono né stupiti né spaventati dalle difficoltà che incontra la costruzione dell'Alleanza progressista, del tutto naturali in un impegno di incontro tra forze che hanno storie, esperienze e culture diverse. Questo realismo non deve tuttavia portare alla sottovalutazione o, peggio, alla rimozione di problemi che invece ci sono e debbono perciò essere affrontati. In sintesi le nostre preoccupazioni riguardano: 1) La domanda di buon governo che l'Alleanza progressista si candida a soddisfare pretende una misura di rinnovamento della rappresentanza politica che deve emergere soprattutto in ambito locale. Comunque sia non individuata attraverso criteri di lottizzazione definiti a livello nazionale e per di più calcolati dalle 61 vecchie formazioni politiche - a cominciare dai Verdi - sulla base di ipotizzati tassi di crescità. Questo significa che le candidature debbono esprimere la società civile anziché gli apparati. 2) I Cristiano-Sociali hanno sostenuto sempre che un «accordo elettorale» non basta se forze tra di loro culturalmente e politicamente più omogenee non propongono anche un credibile progetto politico ed un chiaro programma di governo. 3) Ci sono infine sempre più evidenti problemi di gestione dei rapporti tra le diverse componenti dell'Alleanza progressista. I Cristiano-Sociali ritengono che la presentazione del simbolo, malgrado la preannunciata assenza dei Verdi e di Ad, sia stata un errore, e per questo avevano chiesto inutilmente un rinvio. I Cristiano-Sociali ritengono che anche l'immagine esterna che l'Alleanza elettorale da di sè debba essere più equilibrata di quanto fino ad oggi sia avvenuto. I Cristiano-Sociali esortano perciò tutte le componenti dell'Alleanza progressista ad affrontare con tempestività e spirito costruttivo le questioni che si sono evidenziate, perché solo tale disponibilità può consentire una intesa, altrimenti impossibile, almeno a livello nazionale.

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