{)!LBIANCO 0iZ..ILROSSO IIIl~i§t•j;J Oltre il collassoDc, undialogoapertocontutti p rima di esprimere valutazioni o previsioni occorre, io credo, considerare alcuni dati di fatto. La fase che abbiamo attraversato ha segnato in Italia - oltre a molte altre cose - la crisi probabilmente irreversibile, di un modello di partito cristiano quale si è venuto configurando all'indomani del fascismo e dopo la guerra. Appare superfluo discettare qui - e ancora - sulla natura propria di tale formazione politica e tanto meno sul suo ruolo storico, comunque significativo. Consideriamo invece i fattori che ne hanno definito il profilo per così dire strutturale. Il primo è stato il suoradicamento nel mondo cattolico cioè nel tessuto dell'associazionismo cattolico comprensivo sin dalle origini di una certa molteplicità di orientamenti anche politici - che gli ha fornito sia i quadri dirigenti sia una base elettorale abbastanza stabile sebbene in fase di progressivo restringimento, sia una parte delle risorse. Il secondo, collegato al precedente, è stata l'opera di accreditamento, di sostegno e in un certo senso di legittimazione esercitata nei suoi confronti dalla Chiesa, in linea generale e non senza eccezioni e contrasti. Il terzo elemento è stata la sua connotazione proporzionalistica, che ha operato alle origini nel senso dell'identità politica e culturale, e che successivamente ha favorito se non prodotto la sua frammentazione in correnti organizzate e pressoché autosufficienti. Il quarto fattore è stata la sua configurazione stabile di partito di maggioranza e di governo che lo ha di Francesco Traniello sottratto alla prova rigeneratrice del1'opposizione. L'impasto di questi elementi strutturali reciprocamente interferenti, ha retto per circa un quarantennio a prezzo tuttavia di una sempre più accentuata finalizzazione del partito alla funzione dell'esercizio del potere (di governo e di sottogoverno), e dell'apertura di un solco via via crescente nei riguardi della sua base cattolica, percorsa a propria volta da processi più marcati di differenziazione ideologica e culturale e di orientamento politico in parallelo con un atteggiamento assai più cauto della Chiesa italiana 54 nell'arena politica. I più evidenti sintomi di una tendenziale mutazione genetica del partito cristiano si avvertirono nel corso degli anni '80 - molto avanti il crollo dei regimi comunisti dell'Est - e furono, da un lato, il credito concesso dalle sue dirigenze agli impulsi integralistici provenienti, in nome dell'identità cattolica, da movimenti che avevano del partito una concezione eminentemente strutturale e che contribuirono in misura notevole ad ampliare il solco già apertosi tra il partito e la sua tradizionale base associativa e culturale cattolica, e, dall'altro lato la scarsa reattività del partilo di fronte alla sfida craxiana, che spregiudicatamente investiva proprio quella centralità del ruolo di governo ch'era diventato la principale ragion d'essere del partito cristiano e la fonte prioritaria della sua legittimazione politica. Consideriamo allora un secondo ordine di fatti. Essi riguardano il ruolo decisivo assunto dal mondo cattolico o almeno da suoi settori importanti nel determinare le condizioni in cui si è verificato il collasso della figura storica del partito cristiano, come luogo politico adibito almeno in maniera simbolica alla preservazione dell'unità politico-partitica dei cattolici. Difficile dimenticare - sebbene molta acqua sia già passata sotto i ponti - che l'iniziativa referendaria in materia elettorale il cui obiettivo dichiarato consisteva nel superamento del proporzionalismo e nella conseguente ridefinizione del profilo dei partiti storici e del sistema politico nel suo complesso, non solo è partita dal mondo cattolico
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