Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 49 - feb.-mar. 1994

DlL BIANCO ~ILROSSO • n•~ai§t, ; 1 Unitàdifedevera control'ideologiadelPil s ono un italiano che professa la fede cattolica e non ha mai creduto all'unità politica dei cattolici in un solo partito. Ho votato Dc soltanto quando in quella lista c'era La Pira, il quale, col pensiero e con l'azione, offriva della tradizione cattolico-democratica una interpretazione profondamente difforme da quella di esponenti di primo piano dello stesso partito, legati ai miti del mercato, del profitto, del liberismo, a tutto scapito della solidarietà e della carità. Oggi poi anche il vescovo, il prete o il laico più visceralmente legato al partito unico è costretto a constatare (e i fatti si sa, hanno la testa dura) che - a meno di tapparsi gli occhi - di partiti ispirati al cattolicesimo, o almeno che si dicono tali, ce ne sono ben cinque: i due usciti dal cadavere della Dc, popolari e centristi, la Rete di Orlando, i Cristiano-Sociali di Gorrieri, i pattisti di Segni. Che ognuno di questi partiti non rivendichi purezza assoluta di ispirazione cristiana e cerchi adesioni e voti anche fra i non cattolici, ciò significa ben poco: anche la vecchia Dc faceva lo stesso. C'è poi un altro dato di fatto che soltanto le dure, talvolta durissime cervici clericali si rifiutano di ammettere: non solo ci sono cinque partiti che si richiamano all'ispirazione cristiana, traendone conseguenze politiche anche molto divergenti fra loro, ma i cattolici, se si guarda in faccia la realtà senza paraocchi, sono dovunqe, all'estrema destra e all'estrema sinistra, nel Pds, nella Lega e altrove. di Mario Gozzini Se ciò è reale, e a me pare proprio sia reale, il discorso, o il richiamo, sull'unità politica dei cattolici - lo faccia il Papa, il card. Ruini o chiunque - è diventato un flatus vocis quasi patetico, uno slogan ripetuto per inerzia. E per comodità. Diciamolo chiaro e tondo: a monsignori vaticani, vescovi e preti faceva tanto comodo avere a disposizione dirigenti del Paese, politici ed economici, ai quali poter telefonare in qualsiasi momento e chiedere favori ogni qual volta gliene saltasse il ticchio. Anche sulla «identità cattolica in politica» io devo esprimere antiche perplessità. Per motivi teologici e scritturistici: per esempio, noi ci dichiariamo credenti e seguaci di quel Gesù di Nazareth il quale, come ci insegna l'apostolo Paolo con l'antichissimo inno liturgico inserito nella Lettera ai Filippesi al capitolo 2°, in obbedienza al Padre non esitò a de-identificarsi, lui ch'era di natura divina, e a farsi uomo, anzi «carne», secondo la drastica, antispiritualistica e antignostica, dizione di Giovanni nel Prologo del IV Vangelo. Ma anche per motivi d'ordine storico: questo problema, o bisogno, dell'identità cattolica in politica non si pone, non sussiste, non è minimamente avvertito in altri Paesi dove pure è presente una maggioranza, o una forte minoranza, di cittadini di fede cristiano-cattolica; allora non sarà quella preoccupazione, per molti qui da noi quasi ossessiva, nient'altro che un cascame, un residuato delle vicende risorgimentali, ossia del fatto che l'unità d'Italia si fece contro il Papa, a spese dello Stato pontificio? 45 Mi rendo ben conto, certo, che ci sono italiani, miei confratelli nella professione di fede, i quali hanno ancora bisogno di trovare sicurezza in quell'identità, in un riferimento cattolico visibile. Me ne rendo conto e quindi auspico che il raggruppamento «progressista» (definizione che non mi piace punto, ma ormai c'è e bisogna tenersela), nel quale io sto e per il quale voterò, abbia tra le sue componenti anche una esplicitamente cattolica (la Rete c'è già; se si potranno aggiungere anche i Crisitano-Sociali di Gorrieri, tanto meglio). Io non ho preoccupazioni di tal genere e voterò comunque come ho detto. Non mi sembra vi siano sul terreno problemi e questioni che mettano in gioco la fede cattolica come tale. Obiezione: e la bioetica? Già la bioetica, la manipolazione genetica e tutto quel che segue. Penso che la risposta vada articolata su due piani. In linea generale, per essere risolutamente contrati alle acrobazie genetiste e fecondative, agli uteri in affitto, alle maternità innaturali delle ultrasessantenni e promuovere una normativa severamente proibizionista (salvaguardando soltanto quel che è indispensabile per la ricerca scientifica contro le malformazioni congenite e soprattutto i diritti dei bambini o «figli», sacrificando implacabilmente a questi, sempre e comunque, le smanie e le distorsioni degli adulti), per tutto questo non è affatto indispensabile essere cattolici: anche molti non credenti, capaci di intendere scienza e divolere umanità, la pensano allo stesso

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