{)!L BIANCO ~ILROSSO • 11•t,.-S, • a ;I Nétraditoridell'identità né«utilidioti»asinistra M i limiterò, in questo intervento, a due soli punti, che sono accennati nell'Editoriale del numero scorso, e che, come qualcuno osserverà giustamente, esprimono come due facce apparentemente opposte, ma in realtà coesistenti, di una stessa medaglia, che è la situazione reale di oggi. Esprimo naturalmente il mio pensiero personale, ma credo che esso sia condiviso anche da altri qui presenti, e che seguono con simpatia il tentativo dei Cristiano-Sociali. 1. Sui danni ecclesiali provocati dall'unità «obbligata» dei cattolici in questa Dc. Vorrei riflettere su un elemento di ciò che oggi appare la situazione nuova in cui come cittadini e come cattolici ci troviamo a vivere, la quale ha fatto risultare più evidente un elemento che in passato aveva attirato l'attenzione di singoli credenti, e anche di comunità, che tuttavia non erano stati ascoltati, anzi, proprio per questo, erano stati spesso messi da parte nella comunità ecclesiale, e talora anche nella società civile, dominata da chi trovava scomode e pericolose le loro opinioni. L'affermazione da cui vorrei partire è la seguente, che leggo, come detto, dall'Editoriale dello scorso numero di questa rivista: «L'identificazione di cattolico e democristiano, che all'inizio della vicenda repubblicana, negli anni della guerra fredda, ha tutelato concretamente le libertà democratidi Giovanni Gennari che in pericolo, - cosa che mi auguro nessuno voglia negare ancora oggi-, evitando lo scivolamento dell'Italia nella sfera dell'Urss, ha evidentemente reso anche dei servizi terreni, molto terreni talora, agli interessi della Chiesa come istituzione storica, ma nei fatti, e alla lunga, ha appesantito gravemente la stessa Chiesa... L'unità politico-partitica dei cattolici, spinta oltre certi limiti di tempo, e di decenza, ha riferito l'immagine della Chiesa stessa, e la proponibilità reale della fede e del Vangelo all'interno della concreta società italiana». Quanta gente, da noi, è stata nei fatti allontanata per ragioni che apparivano solo politiche? Quanti italiani, sono stati spinti, - soprattutto tra i semplici, tra i poveri, tra i giovani-, a confondere fede e regime democristiano, da De Gasperi, - ed era un inizio dignitoso-, fino a Gava, Pomicino, Sbardella, visti non tanto e non solo come persone, - che come tali se la vedranno con Dio, e ora per fortuna anche con i giudici - , ma come modo di essere nella vita e in politica, nella gestione degli affari e nella contiguità reale con le istituzioni, talora, o spesso, anche con le istituzioni di Chiesa? E non basta: quanti veri credenti, laici e preti, più o meno illustri, più o meno noti, più o meno portatori di un messaggio insieme cristiano e civile di speranza, di libertà, di dignità, di Vangelo pensato e vissuto, sono stati nei fatti emarginati dalla Chiesa stessa per ragioni politiche, per ragioni di affari, per ragioni di difesa degli interessi democristiani, che tutelavano gli 21 interessi di Chiesa, che quindi doveva tutelare gli interessi Dc? ... Faccio soltanto qualche nome: Don Mazzolari, Don Milani, padre Balducci, padre Turoldo, e anche Dossetti, e per parecchi anni Lapira, e poi i Gozzini, i Lavalle, le Acli di Labor e Gabaglio, i Carlo Carretto, la Pro Civitate Christiana di Assisi, tanti preti operai, come Siria Politi, e migliaia e migliaia di altri sinceri credenti e testimoni, preti e laici di base ... Certo: qualcuno, come Turoldo, ha avuto anche prima di morire, riabilitazioni ·ecclesiali, ma sono state rondini, bellissime, che non hanno fatto primavera. Occorrerà enumerare anche le avventure disgraziate in cui la politica della Dc ha trascinato in blocco anche la Chiesa italiana? Nomino soltanto la vicenda della legge del divorzio. Poteva andare diversamente, se la Chiesa, manifestando con la parola e con la vita intera la sua professione di fede nella indissolubilità del patto d'amore tra l'uomo e la donna, avesse distinto meglio il suo discorso, dottrinale e pastorale, da quello della regolamentazione civile ... Chi, oggi, tra i cattolici più fedeli, tra i vescovi italiani, pensa che la legge sul divorzio andrebbe abolita, e che andrebbe ripristinata l'indissolubilità assoluta per legge dello Stato? Eppure si può dire che una intera generazione di cittadini cattolici, di intellettuali, di teologi, di preti, sono stati dolorosamente segnati dal coinvolgimento ecclesiale in quella sconsiderata vicenda .... Ed era solo uno, questo, dei tanti esempi che si potrebbero fare. Si pensi al Convegno dei
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