Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 48 - gennaio 1994

{)!LBIANCO °"' ILROSSO • •§iI a ;\ti 8§11 ■ Infanziae gioventùviolata. Unrispettodarecuperare di Ennio Di Francesco - 1 recente episodio delle dodicenni violentate a I Civitavecchia da adolescenti più grandicelli ha riempito a lungo le cronache, per 1a barbara sodomizzazione vendicativa di un padre verso uno' di essi, altrimenti sarebbe stato forse il silenzio. Ora è la volta delle agghiaccianti vicende abruz- - zesi dei due undicenni schiavizzati, uno percosso fin quasi a morirne, dai rispettivi «padre-padrone». Questi ed altri turpi episodi vengono via via alla luce sol perché rispondenti alla cinica legge «mass-mediale»: la notor:ietà di un evento è direttamente proporzionale alla sua novità di orrore e di scandalo. Ma essi sono soltanto la punta del gigantesco iceberg di violenza che da tempo sta sommergendo l'infanzia e l'adolescenza di questa ormai residua umanità alle soglie del 2000. Ogni giorno infatti quante altre storie di ordinaria sottaciuta aggressione materiale, morale, commerciale, educazionale, vengono consumate a danno dei fanciulli? Eppure ogni volta la coscienza collettiva non sa andare al di là delle saccenti polemiche contabilizzanti quasi il quantum di colpa delle «bambine-Ialite», dei «piccoli depravati», della sproporzionata reazione dei «padre-padrone», o delle sterili autodifese di cittadinanze che solo allora borghesemente si sentono sotto accusa. Mai che gli «adulti», soprattutto se esercitano responsabilità politico-sociali-educazionali, si sentano impegnati ad una profonda e seria riflessione sulla gravità apocalittica di quel che in realtà sta avvenendo da tempo: la dissacrazione dell'infanzia. Certo, è più facile esorcizzare così «episodi di cronaca» piuttosto che ammettere, traendone le coerenti conseguenze, che questa nostra cultura moderno-consumistica continua quotidianamente a violentare l'innocenza della gioventù. 71 Con cinismo e calcolo, giacché nessuno può ignorare come bombardando i giovani sin dagli anni più teneri con messaggi violenti' o comunque devianti se ne alteri il processo di maturazione spingendolo verso valori e modelli comportamentali che di quei messaggi saranno poi dirette o mediata consequenza. A chi può sfuggire come sia ormai impossibile sottrarsi a quel «terzo genitore-TV» che spietatamente ed invasivamente condiziona le famiglie con bollettini di morte e distruzione, film di orrore e violenza, trasmissioni «leggere» di natiche al vento, amplessi in diretta, barzellette sguaiate, demenziali vittorie di quiz ... ? Eppure in questo quadro di sconvolgimento educazionale e sociale, per sanare il bilancio statale si fa economia proprio sulla scuola creando ulteriori problemi ad insegnanti e studenti già frustrati e bistrattati. Ciò ad ulteriore contrappeso dell'assoluta mancanza di una qualsiasi politica sociale della famiglia neppure sul piano del sostegno e dell'informazione. E a chi può sfuggire come i «geniali maghi» del marketing considerino ormai· i fanciulli solo alla stregua di lucrosi serbatoi di consumi, alimentandone gli stimoli di domanda, possesso ed aggressione con messaggi pericolosamente subliminali per la loro tenera età? Ed in questo ipocrita scenario educazionale ecco i nostri ragazzi assorbire, attenti o distratti, input su quel modo di vestire o di agire, di baciare o colpire, di mentire o vincere, di uccidere o distruggersi ... , a cui prima o poi adegueranno come accettati parametri di riferimento i propri comportamenti .interpersonali e sociali. Salvo poi a verificare sulla propria pelle ed anima che quegli stessi valori così subdolamente inculcati sono in realtà contrari al proprio profondo-iomorale o alla reazione giuridico-sociale.

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