INTERVENTI IlMeridione è decisivo peril futurodellademocrazia di Gino Vecchio s arebbe miope pensare che la peculiarità del Mezzogiorno ne faccia un'isola a sé nel contesto del Paese, di cui nel bene e nel male ne è parte integrante, pur con le sue specifiche e articolate caratterizzazioni. La legalità, lo sviluppo e la solidarietà, che sono le condizioni, ma ancor più le vie maestre del futuro della democrazia italiana, sono riferibili a tutto il Paese, per la comunanza dei problemi e l'interdipendenza che lega le diverse aree geografiche, anche se in rapporto al Sud esse assumono valenze peculiari, per vicende storiche e fasi diverse di sviluppo. Peraltro il Mezzogiorno non è una realtà omogenea, sia in termini di contesti socio-culturali, sia riguardo ai rapporti di dipendenza economica tra centro e periferia che caratterizzano le aree con sviluppo anomalo. Ancora oggi il Mezzogiorno può essere considerato come una «comunità in transizione», in bilico tra modernità e arretratezza. Se negli anni Sessanta si ventilava un progetto che facesse di molte aree meridionali altrettanti poli industriali, si è poi assistito al fallimento sempre più macroscopicamente evidente di tale sogno. Per questo oggi per il Sud, mentre è alla ricerca di una identità, si prospetta un avvenire incerto, fatto di tanta confusione a tutti i livelli. In un Sud, che ha visto irrealizzati i vari megaprogetti, si. sono a,ssommati problemi culturali e 67 strutturali, evidenziando in modo quasi esasperato i rischi e la realtà di emarginazione, insieme alle carenze di strutture e servizi: la crisi dei comparti produttivi ha accresciuto drammaticamente lo spettro della disoccupazione; restano ancora irrisolti gli squilibri prodotti dall'espansione urbana; si ha difficoltà di organizzare servizi adeguati per rispondere alle necessità più urgenti degli abitanti. Per muoversi verso una prospettiva realistica ai fini del superamento delle varie emergenze, i nodi critici da sciogliere sono: lo sviluppo distorto, non coniugato con la vocazione del territorio, in quanto ha risposto a logiche particolaristiche più che a reali e generali esigenze; la conseguente riduzione dell'identità del Meridione, che ne ha causato la marginalità istituzionale ed umana a livello nazionale, mentre la sua posizione geografica presentava e presenta la possibilità di esercitare un ruolo di polo essenziale verso zone mediterranee in evoluzione; il vuoto culturale e politico, che sembra ipotecare il futuro e generare situazioni di disagio sempre più gravi, facendo del Mezzogiorno una zona a rischio, dove marcate e radicate devianze tendono a porsi come progetto di vita per tanti giovani, con le relative responsabilità della scuola, della famiglia, dei mass-media, della società, della politica, della realtà culturale nel suo complesso; le
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