{)!L BIANCO ~ILROSSO 111 •~ièf•a;J Lavoraremenoe, favorire i redditfiamiliari di Vassily Leontief La riduzione degli orari e la ripartizione del lavoro {proposta, tra gli altri, da Pierre Camiti) come soluzione per contrastare la disoccupazione strutturale, è sia/a etichettata da Luciano Benetton come «pauperistica» e dal direttore generale della Confindustria Innocenzo Cipolletta come (chissà perché?) «stalinista". A beneficio loro e di quanti si dicono preoccupati, ma anche sostanzialmente rassegnati ad una disoccupazione dilagante, pubblichiamo il testo di una Conferenza tenuta dieci anni fa dal premio Nobel per l'economia Vassily Leontief. L'illustre economista propone due rimedi: riduzione dell'orario di lavoro e sostegno dei redditi familiari. Noi le consideriamo misure dalle quali non si può prescindere, soprattutto perché siamo tra coloro che non ritengono la disoccupazione un problema che i disoccupati debbano affrontare da soli. Q uando Turgot e Francois Quesnay in Francia, Richard Cantillon e Adam Smith in Inghilterra, e i dotti «Kammeralists» preposti alle amministrazioni deHe famiglie principesche in Germania, impostarono l'economia come disciplina separata duecent'anni fa, tutti loro incentrarono la loro attenzione su due insiemi di problemi: quelli collegati alla produzione dei beni e servizi che costituirono il reddito nazionale, da un lato, e quelli connessi alla spiegazione della distribuzione di tale reddito tra gruppi di persone che giocano ruoli diversi nella economia e nella società, dall'altro. Gli strumenti analitici usati dagli economisti non sono gli stessi di prima, ma la formazione del reddito nazionale e la sua distribuzione sono tuttora i due argomenti di loro principale interesse. Ciò non sorprende. Fin tanto che la produzione totale cresce, e tutte le componenti della popolazione partecipano in misura più o meno uguale alla crescita, tutto va bene; ma appena la produzione smette di crescere, o anche quando cresce ma alcuni gruppi non riescono a partecipare a questa avanzata, allora le tensioni sociali e politiche necessariamente aumentano (... ). Fino al nostro secolo Nell'Europa del· diciannovesimo secolo, il cambiamento tecnologico venne favorito dall'impresa privata operante nello schema di un meccanismo concorrenziale dei prezzi; un meccanismo che dall'inizio della grande rivoluzione industriale, non solo promosse e guidò una crescita senza precedenti della produzione totale, ma anche sostenne automaticamente un sistema di distribuzione del reddito che mise in grado di partecipare ai frutti di quel progresso tutto gli strati di una popolazione in rapida espansione. Gradualmente, aree meno sviluppate vennero attratte nel perimetro della economia di mercato occidentale. La produzione industriale aumentò nella maggior parte dei casi, mentre la distribuzione del reddito stentò a migliorare (in taluni casi sembrò addirittura peggiorata). Nondimeno era aspettativa comune che presto o tardi, quanto più velocemente fosse proceduta l'industrializzazione, tanto più presto la distribuzione del reddito sarebbe divenuta più soddisfacente. Dal funzio59 namento autonomo del meccanismo del libero mercato ci si attendeva, e secondo alcuni economisti ancora ci si deve attendere oggi, un esito di tal fatta. Ma sarà proprio così? Questa è la questione alla quale mi volgerò ora. La crescila esplosiva del volume totale della produzione non sarebbe stata possibile, se gli inventori del diciottesimo, diciannovesimo e inizio ventesimo secolo non avessero messo a disposizione di tutte le branche delle miniere, dell'industria, dei trasporti, dell'agricoltura, e finalmente anche delle economie familiari private, quantità precedentemente inimmaginabili di energia meccanica. Ma ciò che rese possibile la partecipazione di tutti gli strati della popolazione in rapida crescita a questo scoppio di prosperità, fu il fatto che nessuna di queste macchine sempre più versatili avrebbe potuto funzionare senza la mano guidante, gli occhi acuti e l'attenzione costante di lavoratori all'erta, a loro volta super visionati da abili capi. La «produttività» (o si potrebbe dire «l'indispensabilità») del lavoro aumentò regolarmente, e così pure la domanda conseguentemente il corrente prezzo di mercato pagato per esso.
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